La condanna a due anni di reclusione per “corruzione di giovani” di Ousmane Sonko, capo dell’opposizione, candidato alla presidenza e minacciato di ineleggibilità, ha fatto esplodere la rivolta nella capitale del Senegal, Dakar, con un bilancio provvisorio di almeno nove morti. Gli scontri hanno messo a ferro e fuoco diversi quartieri della capitale innescando anche timori che questa situazioni possa provocare ondate migratorie verso l’Europa e destando preoccupazione nelle cancellerie occidentali che temono che l’insurrezione si allarghi ad altri paesi di un’area molto instabile. Teatro principale dei disordini è stata l’Università di Dakar divenuta un vero e proprio campo di battaglia con gruppi di giovani che si sono scontrati lanciando sassi contro la polizia, che a sua volta ha risposto con gas lacrimogeni. Diversi autobus della facoltà di Medicina, del dipartimento di Storia e della principale scuola di Giornalismo sono stati incendiati e gli uffici saccheggiati.
Il ministro dell’Interno, Antoine Diome ha assicurato che Sonko non può impugnare la sentenza di condanna perché era assente al processo, ed è stato dunque processato in contumacia. I giudici lo hanno invece assolto dall’accusa di stupro presentata da una dipendente di un centro estetico in cui si era recato per un massaggio. “Abbiamo preso atto con rammarico della violenza che ha portato alla distruzione di proprietà pubbliche e private”, ha precisato il ministro stando a quanto riporta l’agenzia France Presse. Diome ha inoltre confermato che le autorità hanno limitato l’accesso ai social network, come osservato per Facebook, WhatsApp e Twitter.
Dopo due anni di aspro confronto politico e giudiziario con le autorità senegalesi che tenevano il Paese in sospeso e dopo la condanna, Sonko può essere arrestato “in qualsiasi momento”, ha annunciato il ministro della Giustizia Ismaïla Madior Fall. Ma un tale arresto rischierebbe di infiammare ancora di più gli animi. L’età relativamente giovane dell’oppositore, 48 anni, il suo motto sovranista e panafricanista, la difesa dei valori e delle tradizioni religiose e le sue diatribe contro “la mafia di stato”, le multinazionali e l’influenza economica e politica esercitata – a suo dire – dalla Francia, ex potenza coloniale, gli è valso un forte sostegno tra i giovani che cercano prospettive e speranze in un contesto economico e sociale difficile dove gli under 20 rappresentano la metà della popolazione. Sonko rappresenta per loro anche la speranza e la rottura con la presidenza di Macky Sall, che dopo la pandemia di Covid-19 e le ricadute della crisi ucraina, è diventata sinonimo di tutti i problemi del Paese: disoccupazione, inflazione, mancanza di prospettive, disuguaglianze sociali e corruzione. Elementi esplosivi che si aggiungono ad un altro fattore di tensione: l’eventuale annuncio da parte del capo di stato uscente di candidarsi per un terzo mandato nel 2024.