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Tiziano Ferro all’attacco contro il governo: “Maternità surrogata come reato universale? Ennesimo decreto contro gli omosessuali”

L'artista a Grazia: "Al di là dell'essere d'accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri"

di F. Q.

“La maternità surrogata? Sarebbe l’ennesimo decreto contro gli omosessuali: avessero almeno il coraggio di dirlo chiaramente”. Tiziano Ferro va all’attacco del disegno di legge presentato dalla maggioranza che identifica la maternità surrogata come crimine universale. Il testo – di poche righe – ha già ottenuto il primo via libera dalla Commissione Giustizia della Camera e prevede che la surrogazione di maternità – già punita in Italia con multe fino a un milione e la reclusione fino a 2 anni – sia perseguibile anche se effettuata all’estero. Non si fa distinzione tra coppie omosessuali ed eterosessuali e nel corso dell’esame è stato specificato che sono puniti solo i cittadini italiani. “Se il problema fosse davvero la gestazione per altri – incalza l’artista dalle pagine di Grazia– la maggior parte delle coppie che ci ricorre sono eterosessuali. Però, una volta tornate in Italia, quelle coppie possono vedere riconosciuti i loro diritti di genitori, perché è difficile che qualcuno chieda ragioni di come è nato quel bambino”.

Quindi Tiziano Ferro ha spiegato di esser stato costretto a registrare i suoi figli in Italia via dell’esclusione di suo marito Victor Allen dai moduli: “Quando sono andato al Consolato italiano per registrarli all’anagrafe – racconta – quel modulo da dove il nome di Victor era escluso mi è arrivato come uno schiaffo. Allora non li ho iscritti. A queste condizioni, che falsano la realtà del loro stare al mondo, non avranno il passaporto italiano”. Da anni infatti, il cantautore si è trasferito a Los Angeles, e lì si è costruito una famiglia: con Victor, ha adottato nel 2022 Margherita e Andres, al tempo di 9 e 4 mesi. Se tornasse nel nostro Paese con loro, lui e suo marito non avrebbero pari diritti nei confronti dei bimbi: “Se stanno male, solo io posso andare al pronto soccorso perché Victor non risulta sul passaporto, il che è una cosa aberrante – dice Ferro -. Al di là dell’essere d’accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri”.

Quindi conclude con una riflessione: “I figli come i nostri, o quelli cresciuti da un genitore single, sono stati così terribilmente voluti, così visceralmente amati che verranno su fortissimi. Inevitabilmente diventeranno la nuova classe dirigente e politica del Paese. Allora sì che voglio vedere di quali leggi sulla famiglia si faranno portavoce”. Il via libera formale della Commissione al disegno di legge sulla maternità surrogata arriverà la prossima settimana con il mandato al relatore a illustrare il testo in Aula, dove dovrebbe approdare il 19 giugno.

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