Erri De Luca a Napoli, né per lo scudetto, né per il concerto di Gigi D’Alessio. Ma per raccontarsi. E disse: “Mi sono sempre sentito fuori tema, come a scuola. Sono una persona sfuggente, scostante, il contrario dell’attraente”. Non è cosi’, a giudicare dalla corte pienissima di FoQus, Fondazione Quartieri Spagnoli, il ventre della tifoseria azzurra. Attrae a murí il Maradona della parola scritta.
Erri e Napoli. Sono cresciuto a Napoli quando c’era la più alta mortalità infantile d’Europa. Si moriva per mancanza di cibo, medicine, vestiti. Si moriva di freddo. Qui si cresce o commossi o spietati. Mai indifferenti. Ho lasciato Napoli perchè non volevo appartenere a Nulla. Nè a una città, nè a una famiglia, nè a una nazione. Mi veniva facile il vagabondaggio.
Erri e il Secolo Breve. Ci sono nato proprio nel mezzo. Sono figlio del dopoguerra. Mi sono unito a una generazione agitata, insubordinata.
Erri e le migrazioni. E’ il secolo che ha spostato più masse umane da un continente all’altro. Dal sud povero in canna si viaggiava verso l’America in terza classe sotto la spinta della necessità. Oggi i migranti viaggiano peggio degli schiavi. Loro venivano pagati alla consegna. Oggi pagano al momento dell’imbarco, non importa se arrivano a destinazione. Molti di loro finiscono sul fondo del mare del canale di Sicilia. Diventano nutrimento per i pesci.
Erri e il cellulare. Li conosco bene dall’interno. Non quello che tenete in mano voi. Bensì che ci portava agli interrogatori davanti ai giudici. E’ stata la generazione piu’ incarcerata della Storia d’Italia.
Erri e gli altri. Ho capacità assorbente di ascolto. Se c’è qualcuno davanti a me, io sto zitto e ascolto. Oggi si vive tra due tempi assedianti, il passato e il futuro e si inciampa nel presente. Bisogna osservare gli animali che vivono nell’attimo presente.
Erri e l’amore. E’ come un muscolo che sollecitato si potenzia. E’ come manna dal cielo, non bisogna sprecare nulla e si riforma l’ esplosione di energia amorosa,
Erri e la parmigiana. Ho papille degustative arretrate. La parmigiana come la faceva mia madre deve passare per tre fuochi, quello del sole, della frittura e del forno.
Erri e il suo pubblico. Quale è il suo libro preferito?. Risponde: “L’ultimo, ma non questo. Quello che sto scrivendo adesso… Io sono come il ciabattino che consegna un paio di scarpe. Tutti devono andare in giro con qualche paio di belle parole”.
Si alza dal parterre una ragazza. E disse. “Ho letto tutti i suoi libri. Ogni volta, mi spalanca un mondo di emozioni”. Erri risponde: “E’ lei che ha messo in campo le sue forze, io ho fatto solo da sottotitolo”. Un’altra ragazza prende il microfono. E disse. “Ogni volta che chiudo un suo libro, non so cosa fare di me…”.