Giulia Tramontano, la giovane incinta al settimo mese ammazzata dal fidanzato che aveva una doppia vita, aveva scoperto da alcuni mesi i tradimenti e le bugie di Alessandro Impagnatiello, in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. Lo ha raccontato a verbale Chiara, la sorella della vittima, che spiega come Giulia avrebbe potuto contare totalmente sulla famiglia. Quando lo scorso gennaio seppe del tradimento, la giovane disse alla sorella Chiara “che non avrebbe perdonato Alessandro ma sarebbe tornata a Senago” nella casa in cui viveva con il compagno e dove lui una settimana fa l’ha accoltellata, “in attesa di trovare un’altra soluzione abitativa oppure tornare a casa dai genitori”. A febbraio Giulia “confidava ai nostri genitori la sua gravidanza nonché le problematiche sentimentali con Alessandro” e che il padre le aveva assicurato “che, se ci fosse stato bisogno, le avrebbe dato tutto l’aiuto possibile”. Secondo quanto riporta LaPresse Chiara Tramontano ha riferito che la sorella “stava pensando di abortire” ma avendo superato il novantaseiesimo giorno di gravidanza, non le era possibile abortire.
Le due sorelle, legatissime, vivevano lontane da cinque anni, ma si sentivano quotidianamente e trascorrevano le vacanze insieme. Chiara, di due anni più piccola, però non approvava la relazione con Impagnatiello. “Fin dall’inizio non ho mai avuto una grande stima di Alessandro” ha spiegato agli investigatori. Perplessità manifestate anche alla sorella, che dal canto suo non le nascondeva che fin dal ”febbraio 2021, quando è iniziata la convivenza con Alessandro” nella casa di Senago “c’erano problematiche sentimentali con il compagno”, che “spesso assente per lavoro” lasciava Giulia a casa da sola. La situazione si aggrava quando “nel mese di gennaio 2023 mia sorella mi riferiva che Alessandro le aveva confidato di avere un’altra relazione sentimentale con un’altra ragazza”. Giulia, che aveva superato il primo trimestre di gravidanza, lascia Senago e trascorre due settimane con la famiglia nella casa di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Passano i mesi e la 29enne resta a vivere con il compagno nel Milanese. Ad aprile i due decidono di fare qualche giorno di vacanza a Ibiza. Chiara non approva e le due sorelle discutono. I rapporti si raffreddano, ma i primi di maggio, quando si ritrovano insieme a casa dei genitori, tra loro torna tutto come prima, con scambi di messaggi e telefonate quotidiani, fino a quando Giulia, domenica scorsa, smette di rispondere. Era già morta, uccisa la sera prima da Alessandro.
Intanto aumentano le adesioni alla campagna di raccolta fondi promossa sulla piattaforma GoFundMe dai colleghi di Chiara Tramontano, che vive a Genova, dove lavora presso l’Istituto Italiano di Tecnologia: sono quasi 900 le donazioni, per un totale che sfiora i 15.000 euro. Il ricavato – si legge nella pagina che promuove l’iniziativa di fundraising – “verrà destinato alla famiglia di Giulia per coprire le ingenti spese causate da questa tragedia”. Tanti i messaggi lasciati dai donatori, sia di affetto e vicinanza alla famiglia, che d’indignazione, perché “è inaccettabile per una società civile quanto accaduto”, scrive un utente, mentre c’è chi propone che i fondi raccolti siano destinati anche a “finanziare conferenze nelle scuole per insegnare il valore del rispetto delle donne e della vita, non solo per gli alunni ma anche per i genitori, per le mamme soprattutto, che apprendano come educare i figli, affinché si riducano queste tragedie”.
A Sant’Antimo, paese di origine di Giualia, si attende la fissazione della data dei funerali, possibile solo dopo che sarà effettuata l’autopsia. L’ipotesi è che si svolga la prossima settimana. Don Salvatore Coviello, il parroco che ha battezzato Giulia e l’ha vista crescere, chiede alla comunità di pregare ed essere vicina alla famiglia.
Nei prossimi giorni, quando i parenti stretti della giovane torneranno dalla Lombardia, sarà anche organizzata una manifestazione di solidarietà. Lui, comunque, non ha dubbi: “La legge non lo riconosce ma diciamolo senza mezzi termini, questo è un duplice omicidio. Quello di Giulia e del suo bambino, Thiago, di una vita che esisteva e che è stata stroncata insieme con la madre”.