di Tommaso Faggiano

Il sospetto mi è venuto quando, durante una chiacchierata, una mia amica insegnante nelle scuole serali per migranti in provincia di Lecce si diceva sconvolta da quanto le avevano confidato i suoi alunni stranieri. Sono migranti indiani provenienti dal Rajasthan e tutti, nessuno escluso, sostengono di essere arrivati in Italia con l’aereo grazie all’utilizzo di documenti falsi pagati diverse migliaia di euro. Confessano anche di trovarsi in una condizione di sfruttamento lavorativo e abitativo. Lavorano in nero nel settore ristorativo, sono sottopagati (trenta euro per dieci ore di lavoro) e vivono in abitazioni super affollate, pagando cifre esorbitanti di affitto (trecento euro a testa per dieci persone in una casa piccola e fatiscente).

Nulla di nuovo direi, se non fosse per il piccolo grande dettaglio che mi salta agli occhi. I migranti irregolari – per usare un termine che non condivido, in quanto per me i migranti sono migranti e basta, anzi per me sono tutti regolari – riescono a raggiungere la roccaforte italica della destra sovranista, in aereo, magari anche con il trolley, senza che nessuno se ne accorga? Fosse uno ogni tanto potrebbe anche starci, ma alle dogane vuoi che nessuno si sia accorto di questo questo flusso continuo e stagionale di migranti, tutti indiani?

Il mio sospetto è che questi siano dei flussi migratori occulti e tollerati consapevolmente, per fornire una occasione di sfruttamento a quegli imprenditori italici – in questo caso leccesi – che di pagare regolarmente i dipendenti proprio non ne vogliono sapere (indiani o italiani che siano), vuoi per gli insopportabili costi di assunzione, vuoi per la triste idea che il lavoratore sia solo un attrezzo utile al proprio business.

Mi rendo conto della scomodità della mia affermazione, in quanto può sembrare che stia denunciando una invasione indiana del territorio italico, offrendo a questo governo xenofobo l’ennesima occasione di dire che gli stranieri rubano il lavoro agli italiani.

Tuttavia, mi autoassolvo da questo senso di colpa. Piuttosto faccio notare come nei mesi scorsi sui giornali si sia lungamente parlato di quante migliaia di stagionali stranieri servivano all’economia italiana, nel turismo, nell’agricoltura e che la stagione 2023 era a rischio per i comparti di riferimento.

In ogni modo, al netto del caso specifico che andrebbe comunque indagato per bene, ma di cui personalmente non ho nulla da dubitare, sospetto che simili fenomeni vengano de facto tollerati per dare all’economia italiano lo sprint di cui ha bisogno. Quello sprint di cui godono tutte le economie capitaliste, fatto di sfruttamento del lavoro, garantito da un esercito di migranti “irregolari”, ricattabili e sottomessi, che giungono in Italia con un documento falso, buono per entrare, ma inutile per far valere i propri diritti.

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