È stato trovato morto in casa, a Fabriano, in provincia di Ancona, con una ferita alla testa: per la morte dell’uomo, un operaio di 60 anni, è stata fermata dai carabinieri la sua compagna e convivente di 50 anni. A dare l’allarme dopo il ritrovamento del cadavere nell’abitazione della coppia in Via Castelli, la sera del 3 giugno, sono stati i parenti della vittima. Il 60enne. Fausto Baldoni, sarebbe stato ferito alla testa con un corpo contundente. Le forze dell’ordine hanno anche trovato e sequestrato quella che presumibilmente è l’arma del delitto: secondo quanto riportato da alcuni media locali si tratterebbe di un abatjour. Sarà però l’autopsia disposta dal pm a stabilire le effettive cause della morte del 60enne. “Non c’era nessuna intenzione di ucciderlo. Si è solo difesa” dice l’avvocato Franco Libori. La donna, Alessandra Galea, è stata sentita dai carabinieri del Nucleo Investigativo nella caserma di Fabriano. Ai militari ha dato la sua versione dei fatti, ritenuta poco credibile, tanto che il pm Daniele Paci della Procura di Ancona ha chiesto il fermo. La vittima ha diverse ferite al volto e alla testa. I militari, che erano entrati in casa con l’aiuto dei vigili del fuoco, l’hanno rintracciata in una delle strade di Fabriano.

Nostro fratello, per la sua generosità e bontà, ha trovato un epilogo alla sua vita che non meritava” dicono i fratelli della vittima Rita e Terenzio Baldoni tramite l’avvocato di famiglia Angelo Franceschetti. “Il cadavere è stato rinvenuto ieri sera alle 20.00, ma la famiglia crede che il decesso sia avvenuto in realtà prima, forse ieri mattina” spiega l’avvocato Franceschetti. “Fausto era atteso a un pranzo dalla sorella Rita fuori città – spiega -. Non vedendolo e sapendo che il fratello era sempre puntuale, ha provato a chiamarlo. Ma il cellulare squillava e nessuno rispondeva. Si è preoccupata, ma non allarmata. È tornata a Fabriano e si è recata a casa di Fausto, ma ancora nessuna risposta. Una pattuglia dei carabinieri passava in zona via Castelli per un altro servizio, l’ha fermata ed ha chiesto aiuto”. Da lì, l’arrivo dei vigili del fuoco che hanno forzato la porta d’ingresso e, poi, la scoperta del cadavere dell’uomo, nella stanza da letto. “Tra Fausto e la compagna vi erano molti problemi. Più volte, l’uomo ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli. Temeva anche di essere avvelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa”, prosegue il racconto dei fratelli, riferito dal legale. “Convivevano da 2 anni, ma si conoscevano da molto tempo. I due figli della donna, avuti da una precedente relazione, dopo che la sorella gemella nel 2014 aveva ucciso la madre, sono stati in pratica cresciuti da nostro fratello. Fausto era generoso, buono, si è fidato e non meritava questo tristissimo epilogo”, conclude l’avvocato Franceschetti, ripetendo le parole dei fratelli Baldoni.

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