L’ultimo scontro tra i paramilitari della Wagner e l’esercito regolare di Mosca è finito con una sparatoria. Stando alla denuncia del capo della milizia privata e uomo considerato molto vicino a Vladimir Putin, Yevgeny Prigozhin, il 17 maggio scorso un ufficiale superiore dell’esercito “ubriaco” ha fatto aprire il fuoco direttamente sui suoi miliziani. La notizia è stata diffusa sul canale Telegram del servizio stampa di Prigozhin.

L’accusa dei contractor è solo l’ultima lanciata dal loro leader nelle scorse settimane proprio nei confronti dei vertici della Difesa di Mosca. Prima sono arrivate le dichiarazioni secondo le quali dal ministero non venivano fornite le munizioni e il sostegno sul campo richiesti dalla Wagner, poi la denuncia secondo la quale i militari regolari russi hanno piazzato mine sulla via del ritiro da Bakhmut. Oggi è infine arrivata l’affermazione che un ufficiale superiore dell’esercito ha fatto aprire il fuoco direttamente sui miliziani della compagnia privata. La Wagner ha detto di avere catturato alcuni soldati dell’esercito russo che hanno aperto il fuoco contro i contractor su ordine del loro comandante, che in quel momento era “ubriaco”. Il fatto è avvenuto a Semigorye, vicino a Bakhmut. I miliziani agli ordini di Prigozhin hanno così risposto al fuoco. L’ufficiale russo responsabile di tutto è stato identificato come il tenente colonnello Roman Venevitin, capo della 72esima Brigata fucilieri motorizzata. In un video l’ufficiale, catturato dai paramilitari, confessa di aver fatto aprire il fuoco contro gli uomini della Wagner a causa di una “antipatia personale” e aggiunge di avere agito sotto l’influenza dell’alcol.

Il canale Telegram russo Sirena fa sapere di avere rintracciato negli archivi un militare che risponde appunto al nome di Roman Venevitin. Prima di arruolarsi nell’esercito, il 45enne lavorava in un’agenzia di sicurezza privata a Nizhny Novgorod e dieci anni fa gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Il 20 maggio Prigozhin ha detto che l’intera Bakhmut era stata conquistata dai suoi uomini dopo una sanguinosa battaglia durata quasi sette mesi e il 25 ha annunciato l’inizio del ritiro per consegnare la città all’esercito di Mosca. Ma venerdì ha accusato “rappresentanti del ministero della Difesa” di aver posto delle mine lungo le strade che i miliziani della Wagner dovevano percorrere per ritirarsi. “Quando abbiamo chiesto loro perché lo hanno fatto, hanno puntato il dito verso l’alto”, ha aggiunto Prigozhin.

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