Continua la dieta forzata delle famiglie italiane che anche in aprile hanno ridotto i beni acquistati a fronte di prezzi che continuano a crescere. Così il valore delle vendite al dettaglio è salito del 3,2% rispetto all’anno prima ma la quantità di beni acquistati segna un calo del 4,8%. La flessione è anche mese su mese (+ 0,2% in valore e – 0,2% in quantità). È quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’Istat. Rispetto all’aprile del 2022 sono stati comprati il 5,4% in meno di beni alimentari ma per farlo si è speso il 6,2% in più dell’anno prima. Le vendite dei beni non alimentari crescono dello 0,4% in valore ma calano del 4,4% in volume (-4,4%). ’aumento maggiore in valore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+7,9%) mentre i Prodotti farmaceutici registrano il calo più sostenuto (-3,2%). Rispetto ad aprile 2022, gli incassi dei supermercati sono saliti del 7,2% mentre è sceso il fatturato dei piccoli negozi (- 1,1%). Crescono le vendite nei discount alimentari con un +9,2% in valore ad aprile sullo stesso mese del 2022 e un +9,1% nei primi quattro mesi dell’anno. Nel primo quadrimestre i ricavi della grande distribuzione sono saliti del 7,8%, più dell’inflazione, mentre quelle dei negozi salgono del 2,5%. Per il commercio elettronico si registra una + 5,5%.
I dati Istat “attestano in tutta la sua drammaticità l’emergenza prezzi che sta investendo le famiglie italiane”. Lo afferma Assoutenti, che chiede al Governo un paniere di beni a prezzi calmierati per tutelare i redditi delle fasce meno abbienti e sostenere la spesa. “Gli italiani restano a dieta forzata. Anche se per una volta su base congiunturale le vendite alimentari vanno meglio di quelle non alimentari, cosa inevitabile dopo mesi di digiuno, su base annua prosegue il calo delle vendite alimentari in volume che dura ininterrottamente da gennaio 2022”, commenta il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. Secondo lo studio dell’Unc, le vendite alimentari in volume scendono del 6,5% su aprile 2021 e del 5,4% persino su aprile 2020, mese di pandemia e lockdown. La Cna turismo e commercio esprime preoccupazione per il calo delle vendite al dettaglio di aprile in volume: “Nemmeno le festività pasquali e il ponte del 25 aprile – si legge in una nota – hanno risollevato l’andamento del commercio al dettaglio in Italia. Di fronte a un incremento complessivo in valore emerge ancora una volta un calo nei risultati in volume”