Diritti

Dagli arresti in flagranza differita per i reati-spia al braccialetto elettronico: cosa prevede il ddl del governo contro la violenza sulle donne

Arresti in “flagranza differita“, braccialetto elettronico applicato di norma, obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido. Sono alcune delle misure contenute nel disegno di legge contro la violenza sulle donne approvato dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento che era già in fase di elaborazione da parte della ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella e al quale è stata impressa una accelerazione dopo la storia di Giulia Tramontano, la giovane di 29 anni incita al settimo mese uccisa nel Milanese dal compagno (padre del bambino). Tra gli obiettivi della legge che il cdm ha approvato anche quello di velocizzare i tempi per l’applicazione delle misure cautelari, con termini stringenti per pubblici ministeri e giudici, e di dare priorità alla trattazione di processi in materia di violenza di genere e domestica e di rendere specializzati i pm cercando di assegnare sempre agli stessi i fascicoli riguardanti la violenza sulle donne. Il governo – ha spiegato il ministro della Giustizia Carlo Nordio – chiederà al Parlamento la procedura urgenza per l’approvazione del disegno di legge.

“Nonostante una buona legislazione – ha detto in conferenza stampa Roccella – abbiamo il numero dei femminicidi che non accenna a calare”. Da qui l’accelerazione per un provvedimento che arriva “in giorni in cui sono accadute cose, gli ultimi femminicidi, che hanno colpito l’opinione pubblica e hanno commosso e sconvolto tutti noi”. Roccella ribadisce tra l’altro che – come spesso viene detto da più parti – non bastano le misure che passano dal codice penale e dai tribunali, ma serve un lavoro anche e soprattutto culturale. La ministra parla della necessità di una “presa di coscienza delle nuove generazioni” ed per questo che “con il ministro Valditara (Istruzione, ndr) in autunno per la giornata contro la violenza nei confronti delle donne diffonderemo il testo di legge nelle scuole, dove porteremo anche le persone che hanno subito violenza per spiegate quali sono state le conseguenze. Perché solo con uno scambio diretto, con i racconti delle vittime si può rendere giustizia” e lavorare su “una consapevolezza crescente che dobbiamo assolutamente alimentare”.

Tra le altre misure previste dal provvedimento del governo anche l’aumento delle pene per una serie di reati-spia (come percosse, lesioni, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio e danneggiamento) se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da un soggetto “già ammonito” e anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.

Per i casi di maltrattamenti in famiglia o stalking viene introdotta la possibilità dell’arresto in flagranza differita (che esiste già nel codice per casi come furti o rapine, per esempio), anche in forza di video o foto che possano dare elemento di concretezza alla denuncia da cui “emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le 48 ore dal fatto”. In casi particolari e più gravi – come omicidio, tentato omicidio o altri reati in danno di coniugi, ex, conviventi – i magistrati avranno scadenze strette sia (per i pm) in fase di indagini preliminari sia (per i giudici) per le decisioni sulle misure cautelari.

E ancora il rafforzamento dell’applicazione del braccialetto elettronico. Mentre prima il braccialetto elettronico veniva applicato solo su richiesta del magistrato ora sarà applicato di norma salvo che il magistrato dica che non ce n’è bisogno, e comunque con il consenso della persona interessata. In particolare si prevede l’utilizzo del braccialetto elettronico con la prescrizione di “mantenere una determinata distanza comunque non inferiore a 500 metri dalla casa familiare e da altri luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro”. In questo caso il giudice “prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni”. Inoltre “con lo stesso provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prevede l’applicazione, anche congiunta, di una misura più grave qualora l’imputato neghi il consenso all’adozione” del braccialetto elettronico.