Il governo Meloni ha posto la questione di fiducia sul decreto Siccità, sul quale è iniziata oggi la discussione generale alla Camera. Si tratta della 18esima volta dall’insediamento di fine ottobre, quindi nel giro di 7 mesi e mezzo. Il voto, in base ad intese tra i gruppi parlamentari, è in programma domani, giovedì, dalle 18. Le dichiarazioni di voto partiranno dalle 16.30. Venerdì 9 ci sarà il voto finale.
Il decreto siccità istituisce, presso la Presidenza del Consiglio, una Cabina di regia, con compiti di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contenimento e il contrasto della crisi idrica che avrà poteri sostitutivi. Inoltre prevede la nomina di un commissario per l’adozione di interventi urgenti e il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. Tra queste strutture: vasche di raccolta di acque piovane per uso agricolo, riutilizzo a scopi irrigui in agricoltura delle acque reflue depurate, deflusso ecologico in caso di scarsità idrica. Il provvedimento contiene anche modifiche al regolamento in materia di gestione delle terre e rocce da scavo e chiarisce che i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti solo alla fine del complesso processo di trattamento effettuato nell’impianto di depurazione. E’ stata inserita anche una disposizione sulla genetica agraria per consentire lo svolgimento delle attività di ricerca presso siti sperimentali autorizzati. E ancora viene regolata la disciplina degli impianti di desalinizzazione e inserita, tra gli organi dell’Autorità di bacino distrettuale, l’osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici, con compiti di supporto per il governo integrato delle risorse idriche e di raccolta, aggiornamento e diffusione di dati.
Con questo decreto, dice in Aula Aldo Mattia per Fratelli d’Italia, il governo “ha finalmente adottato provvedimenti strutturali decisivi” partendo “proprio dagli effetti prodotti dal cambiamento climatico, che sta provocando fenomeni crescenti di ampliamento delle aree di desertificazione, di intrusione del cuneo salino e di subsidenza”. In particolare, aggiunta Mattia, il decreto “mette fine ad un lungo periodo di incertezze, incompiute e spreco di denaro pubblico”.
Critica l’Alleanza Verdi-Sinistra che con Marco Grimaldi sottolinea che “il bilancio prevede 100 milioni di euro sulla crisi idrica, a bilancio dello Stato invariato, 15 miliardi per il ponte sullo stretto di Messina. Dovremmo investire risorse ingenti per la messa in sicurezza del territorio, approvare la legge sul consumo di suolo, fare dell’Italia un hub delle rinnovabili e non del gas. Il decreto non affronta il tema della dispersione idrica, non interviene sul consumo di suolo, non prevede azioni per prevenire il rischio incendi nelle zone boschive né potenzia il servizio antincendio”.