Ha ordinato l’omicidio dell’avvocato che aveva chiesto il processo nei suoi confronti. È questa l’accusa mossa, a un mese dall’ultimo arresto, nei confronti dell’ex premier pakistano Imran Khan, finito anche nel mirino del nuovo governo per le marce di protesta anti-esecutivo che hanno scatenato disordini in diverse città del Paese. L’ex primo ministro è stato denunciato col sospetto di essere il mandante dell’uccisione di Abdul Razzaq Shar, avvocato freddato da ignoti martedì e che aveva presentato un’istanza all’Alta Corte del Balochistan (BHC) di Quetta, chiedendo l’apertura di un processo per tradimento contro Khan. Il figlio della vittima ha immediatamente denunciato l’ex il politico sostenendo che il padre è stato ucciso per suo volere.
Nella mattinata di mercoledì, l’Alta Corte di Lahore (LHC) aveva concesso la libertà provvisoria a Khan fino al 21 giugno, in un caso nel quale è accusato di frode e falsificazione nella vendita di regali di Stato. E il 31 maggio un tribunale di Islamabad ha concesso a Khan la libertà provvisoria fino al 19 giugno per il caso di frode relativo all’Al-Qadir Trust, vicenda che aveva portato al suo arresto il 9 maggio scorso. Khan deve affrontare decine di denunce contro di lui in diverse parti del Paese.