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Mike Pence si candida per sfidare Trump e battere Biden: “Prometto giorni migliori”

È stato il vicepresidente della scorsa amministrazione, quando Donald Trump era alla Casa Bianca. Ma ora Mike Pence si candida prima per sfidare il tycoon in campo repubblicano, poi per battere Joe Biden, in vista delle presidenziali del 2024. “Il presidente Joe Biden e la sinistra estrema hanno indebolito l’America in patria e all’estero: noi possiamo cambiare il corso di questo Paese, ma tempi diversi hanno bisogno di leader diversi”, ha dichiarato in un video diffuso oggi in cui lancia la sua candidatura, con un attacco diretto al presidente democratico, ed uno indiretto a Donald Trump di cui mette in discussione la leadership. Nel giorno del 64esimo compleanno, l’ex vice presidente – che fu oggetto di attacchi da parte di Trump e minacce da parte dei suoi sostenitori che assaltarono il Congresso per aver ratificato la vittoria di Biden – nel video promette per il Paese “giorni migliori”, come il titolo, ‘best days’, del video di due minuti e mezzo in cui ripercorre la sua carriera e lancia la sua candidatura, insistendo di essere lui il leader di cui “il nostro partito e il nostro Paese hanno bisogno”.

Gli altri candidati repubblicani – Con Pence si apre una settimana di fuoco per gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca: sono infatti attese a breve anche le candidature di Chris Christie e di Doug Burgum, con le quali la platea dei candidati del Gop salirà a 12 pretendenti. Christie, l’ex governatore del New Jersey amico di Barack Obama, annuncerà la sua discesa in campo il 6 giugno da Manchester, in New Hampshire, proponendosi come il maggiore dei critici di Trump. Inizialmente sostenitore e alleato dell’ex presidente, Christie intende giocare la sua campagna elettorale tutta contro il tycoon, a suo avviso non adatto ad un nuovo mandato dopo aver incitato l’assalto al Congresso il 6 gennaio.

Poco conosciuto al di là del North Dakota, di cui è governatore, Burgum scende in campo nello stesso giorno di Pence con un evento nel suo Stato. Il suo messaggio è incentrato sulla politica energetica e si riflette nella strategia che sta portando avanti in North Dakota, ovvero raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2030 accelerando sullo sviluppo della tecnologia in grado di catturare le emissioni.

La strada in salita per Pence e la sfida al suo ex “capo” – Se per Christie e Burgum le chance di un’elezione sono al lumicino, per Pence la partita è tutta da giocare. La sua discesa in campo ha un importante valore simbolico visto che il suo principale avversario è il suo ex capo, con il quale tra l’altro si è lasciato in malo modo. “Dobbiamo evitare di lasciarci conquistare dal canto delle sirene del populismo“, ha detto Pence negli ultimi giorni in Iowa, roccaforte conservatrice e primo Stato a votare nelle primarie repubblicane. Accompagnato dalle moglie, Pence si è presentato agli elettori e si è concesso un giro su una Harley-Davidson, sua passione mai nascosta, in occasione dell’evento Roast and Ride.

Pur lodando frequentemente i successi dell’amministrazione Trump-Pence, l’ex vicepresidente ha preso le distanze del tycoon dopo il 6 gennaio e da allora i due non si sono mai più ravvicinati. Convinto sostenitore dei valori tradizionali del partito repubblicano, a partire dalla contrarietà assoluta all’aborto, uno dei temi caldi della campagna elettorale, Pence ha più volte ribadito il suo appoggio al sostegno americano all’Ucraina. Anche se l’ex presidente è l’obiettivo nel mirino della sua campagna, Pence rischia di pagare in termini di voti proprio la sua ex appartenenza all’amministrazione Trump, di cui in parte si propone come l’antitesi essendo uomo dell’establishment.

Oltre alla concorrenza del tycoon, saldamente in vantaggio in tutti i sondaggi, l’ex vicepresidente dovrà vedersela con l’agguerrito governatore della Florida Ron DeSantis, favorito da molti come alternativa a Trump. Insomma per Pence una strada tutta in salita ma la sfida non sembra spaventarlo, così come non sembra temere i ripetuti attacchi e i soprannomi che il suo ex capo prima o poi gli affibbierà.