Una scende, l’altro sale. Forse. Mentre la favola del Leicester si è ufficialmente conclusa con la retrocessione in Championship, Claudio Ranieri (che delle Foxes campioni d’Inghilterra è stato l’artefice) prova a fare, a quasi 72 anni, l’ennesima impresa della sua carriera. Questa volta a Cagliari. I rossoblù hanno l’occasione di tornare in Serie A dopo un solo anno di purgatorio, ma per farlo devono battere, nella finale playoff, l’ambizioso Bari di Michele Mignani, reduce dal successo contro il Sudtirol dopo essersi classificato al terzo posto nella regular season. Cinque punti sopra la quinta posizione dei sardi. A Ranieri quindi serve segnare almeno una rete più dei Galletti per centrare un traguardo impensabile solo pochi mesi fa. Un’opportunità figlia di una rimonta entusiasmante iniziata un giorno ben preciso: il 23 dicembre 2022.
Partito come una delle favorite per la vittoria del campionato cadetto – grazie a un’ottima rosa composta da giocatori di categoria superiore come Nandez, Pavoletti, Lapadula e Rog – il Cagliari si ritrova fin dalle prime giornate a ridosso della zona playout. La sintonia con Fabio Liverani non si trova, così come il gioco. In 18 giornate la squadra conquista appena 22 punti. Un girone d’andata burrascoso che si traduce in un quattordicesimo posto. Ci vuole qualcuno che metta a posto la situazione e così il presidente Giulini, approfittando della sosta natalizia, decide di chiamare Claudio Ranieri, “l’aggiustatore” per eccellenza del calcio italiano. Contratto fino al 2025.
Fermo da quasi un anno dopo l’esperienza deludente con il Watford, il tecnico romano viene dato da tutti per finito. D’altronde ha 70 anni e niente più da dimostrare. Quello del Cagliari appare solo un tentativo disperato di risollevare una piazza che si aspettava ben altre soddisfazioni. Una scelta dal sapore più mediatico che altro. Invece la scossa arriva. Ranieri comincia a mettere mano alla squadra e nelle prime quattro partite conquista ben 10 punti. Il cambio di passo diventa definitivo con la vittoria per quattro a zero sul campo della Reggina di Filippo Inzaghi, rivale diretta per la promozione. La ritrovata solidità difensiva si traduce in appena due sconfitte (Modena e Parma fuori casa), mentre l’Unipol Domus diventa un fortino inespugnabile, anche per chi sta dominando il campionato. Genoa e Frosinone infatti non riescono ad andare oltre il pareggio. Una rimonta che raggiunge il suo culmine con il filotto di quattro vittorie consecutive nelle ultime quattro giornate (Ternana, Perugia, Palermo e Cosenza).
Trentotto punti in 19 partite che regalano a Ranieri il Venezia nel turno preliminare dei playoff. Il match è complesso, i veneti arrivano in Sardegna come una delle squadre più in forma del campionato, eppure bastano quattro minuti ai rossoblù per passare il turno. A trascinare il Cagliari contro il Parma ci pensa Lapadula. Il match è degno della Serie A e non tradisce le attese, in particolare nella gara d’andata. All’Unipoli Domus è la partita migliore fino a questo momento della gestione Ranieri. L’emblema del lavoro di sei mesi.
Il Parma sale due a zero grazie alle reti di Benedyczak e Sohm e tutto lascia presagire all’esito peggiore. Poi succede qualcosa. Ranieri richiama Pavoletti e inserisce Zito Luvumbo. Il 21enne angolano spacca in due la partita. Segna la prima rete, subisce il fallo da rigore realizzato poi da Lapadula a cinque minuti dal termine e infine trova la deviazione del sorpasso a tempo scaduto. Al fischio finale Ranieri si aggira in mezzo a uno stadio che lo acclama come un salvatore, con l’incredulità sul volto e le lacrime agli occhi. Probabilmente è lì che ha capito che il suo Cagliari, alla fine, andrà in finale playoff per tornare in Serie A (il Parma al Tardini non andrà oltre lo zero a zero). Per lui c’è ancora tempo per scrivere una nuova storia memorabile, proprio nella città che lo ha lanciato come allenatore nel calcio professionistico 35 anni fa.