La prima cosa da dire a proposito dell’attacco alla diga di Nova Kakhovka è che non c’è limite all’umana follia. Ma non entriamo in questo argomento. La questione è se stiamo rischiando un disastro molto peggiore con gli impianti nucleari di Zaporizhzhia, poco più a Nord della diga, e che usano l’acqua del bacino della diga per raffreddarsi.
La centrale di Zaporizhzhia è una delle più grandi al mondo, con sei reattori che ne fanno parte. Se succede qualcosa di simile a quello che è successo a Fukushima (che ne aveva solo quattro), ovvero il meltdown causato dalla mancanza di raffreddamento, le conseguenze potrebbero essere disastrose, con il rilascio di materiali radioattivi che potrebbero arrivare in tutta Europa. Qualcosa di simile a quello che era già successo con il meltdown di Chernobyl nel 1986 (ma quello fu causato da un errore umano).
A Fukushima, nel 2011, i reattori nucleari non erano stati gravemente danneggiati dallo tsumami, ed erano andati in arresto automatico. Ma l’onda dello tsunami aveva inondato e disabilitato i generatori diesel che dovevano provvedere il raffreddamento in condizioni di emergenza. Il risultato è stato il meltdown di tre dei quattro reattori dell’impianto. Il disastro che ne è venuto fuori lo abbiamo visto tutti. Potrebbe succedere qualcosa di simile a Zaporizhzhia? Purtroppo sì, se manca l’acqua per il raffreddamento.
La centrale si trova sul fiume Dnieper (o Dnipro), dalla parte opposta del bacino creato dalla diga di Nova Kakhovka. La rottura della diga sta causando lo svuotamento del bacino, ancora in corso in questo momento. Se il livello dell’acqua scende oltre un certo limite, non sarà più possibile usarla per il raffreddamento della centrale. Per fortuna, i reattori risultano fermi in questo momento, è quindi hanno meno bisogno di raffreddamento, ma devono essere comunque raffreddati. Se manca il raffreddamento, le reazioni nucleari all’interno del core del reattore potrebbero causare un riscaldamento sufficiente per fondere tutto, con la distruzione del reattore e l’emissione di sostanze radioattive nell’ambiente. Sembra che la centrale abbia delle riserve d’acqua indipendenti dal bacino di Kakhovka, ma non è chiaro quanto potrebbero durare. In ogni caso, le forze ucraine stanno attaccando proprio la zona di Zaporizhzhia, una situazione certamente non propizia per controllare i reattori in condizioni di emergenza.
In teoria, le dighe sono strutture civili e attaccarle potrebbe essere considerato un crimine di guerra, ma questo è un argomento controverso. Per esempio, gli alleati attaccarono e distrussero una diga in Germania nel 1943, considerandola un obbiettivo militare. Nel caso di Nova Kakhovka, le foto che arrivano dalle zone inondate danno l’idea di un notevole disastro umano ed economico, e non sappiamo ancora quali potrebbero essere le perdite fra i civili. Non si sa che cosa avesse in mente chi ha distrutto la diga; se però il risultato sarà il meltdown di una centrale nucleare di grandi dimensioni, allora questa storia è anche peggio di un crimine di guerra: è un crimine contro l’umanità che va a far danni a centinaia di milioni di persone.
Non fasciamoci la testa, per il momento non sta succedendo niente alla centrale e con un po’ di fortuna non succederà niente. Ma stiamo rischiando non poco. Speriamo bene.