Lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni solo nel settore privato. Lo prevede un emendamento al decreto Lavoro che è stato approvato dalla commissione Affari sociali del Senato. Lo riferisce la relatrice del provvedimento Paola Mancini (FdI). Per il pubblico è invece in corso “un approfondimento” per verificare le coperture e la decisione verrà presa martedì. Lo smart working scade il 30 giugno. Sempre per mancanza di coperture è in bilico anche l’emendamento, approvato in commissione, che introduce una decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. La modifica, riferisce l’Ansa, potrebbe non avere il parere positivo della commissione Bilancio del Senato, atteso martedì.

La commissione Affari sociali del Senato si è riaggiornata a martedì alle 11.30 per concludere le votazioni sugli emendamenti . I nodi che restano da sciogliere sono: la possibilità di prorogare lo smart working anche per il pubblico impiego, la possibile esenzione dei fringe benefit anche dagli oneri contributivi e la decontribuzione per le assunzioni delle badanti, su cui si attende appunto il parere della commissione Bilancio. Al termine dell’esame del provvedimento la commissione voterà il mandato al relatore, mentre l’arrivo in Aula del decreto è previsto per mercoledì 14 giugno.

Decontribuzione per le assunzioni delle badanti – “Siamo molto soddisfatti per l’approvazione del nostro emendamento al decreto Lavoro per detassare al 100% il lavoro domestico“, hanno detto in una nota i senatori del M5S in commissione Lavoro Orfeo Mazzella (capogruppo), Barbara Guidolin ed Elisa Pirro. La modifica riguarda gli anni 2023, 2024, 2025 e prevede “un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni“. Il beneficio non spetta se tra il lavoratore e il datore di lavoro sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi. “Un segnale di forte attenzione per migliaia di famiglie, che colma uno dei tanti vuoti di questo provvedimento”, hanno commentato i Cinquestelle Mazzella, Guidolin e Pirro. La proposta però resta in bilico, perché appunto non ci sono le coperture.

Confermata la norma sui fringe benefit – Oltre allo smart working, l’altro nodo riguardava la possibile rimodulazione dei fringe benefit (il decreto alza la soglia di detassazione a 3mila euro solo per i lavoratori dipendenti con figli. La soglia esentasse resta fissata a 3mila euro solo per i lavoratori dipendenti con figli, spiegano fonti parlamentari, sottolineando quindi che la norma prevista dal decreto lavoro resta confermata, mentre si starebbe valutando l’esenzione anche per la parte contributiva, che avrebbe un costo di 190 milioni. Nel corso dei lavori sul decreto in commissione Affari sociali del Senato era emersa l’ipotesi di modificare la norma, mentre l’orientamento sarebbe ora di intervenire con un provvedimento ad hoc a partire dalla proposta di portare la soglia a mille euro per tutti più un bonus di 660 euro per figlio.

La modifica sulla prima offerta di lavoro – Via libera anche a un emendamento che riguarda i cosiddetti “occupabili“: il beneficiario dell’assegno di inclusione – che sostituirà il reddito di cittadinanza – con figli under14 è tenuto ad accettare un’offerta a tempo indeterminato solo se entro gli 80 km o raggiungibile in 2 ore con i mezzi. Mentre il beneficiario “attivabile” al lavoro è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato senza limiti di distanza, per il nucleo con figli con meno di 14 anni, “anche qualora i genitori siano legalmente separati“, l’offerta va accettata se il lavoro “non eccede” gli 80 chilometri da casa o “è raggiungibile” entro “120 minuti” con i mezzi pubblici, si legge nella proposta di modifica approvata dalla Commissione.

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