La casa “pulita” con un ordine che gli investigatori hanno definito quasi “ossessivo”. Un ambiente che ad occhio nudo non avrebbe mai fatto sospettare essere quell’appartamento la scena dell’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa dal fidanzato reo-confesso Alessandro Impagnatiello. Ma quando i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche hanno acceso il luminol, lo scenario ha dimostrato l’esatto contrario. Copiose macchie di sangue in salotto, sul pianerottolo dell’abitazione, sulle scale e anche su un carrello rintracciato, grazie a un vicino, in un vano condominiale e con ogni probabilità utilizzato per spostare il corpo.
In alcuni tratti, presenti in maniera così ampia, da far pensare ai tecnici di aver commesso un errore con lo strumento che permette di far apparire tracce ematiche anche se apparentemente pulite. Ora gli inquirenti sono in attesa dei risultati sui coltelli sequestrati nel ceppo dentro casa. Intanto TeleLombardia ha annunciato che verrà messo in onda alle 20.30 di giovedì un filmato, registrato da un cameraman dell’emittente, nel quale si vede Impagnatiello mentre ripulisce le tracce di sangue sulla rampa di scale che conduce al box della palazzina di Senago.
Dal filmato, che risale al primo pomeriggio del 30 maggio, si evince, spiega l’emittente, che Impagnatiello apre la porta dell’appartamento e senza farsi notare sgattaiola coperto dalla muratura del ballatoio fino alla rampa di scale al piano terra che porta ai box e a quel punto si vede chiaramente il barman prima pulire le macchie di sangue con una spugna gialla, successivamente con uno spazzolone e una bacinella blu scendere nei garage. Quello dell’attenzione alla pulizia e all’igiene può sembrare un dettaglio irrilevante e invece è considerato importante nella ricostruzione della dinamica post-omicidio, compresa la possibile presenza di un complice di Impagnatiello nell’occultare il cadavere delle fidanzata e nel coprire le tracce dentro casa.
1 /5 Le macchie di sangue sul pianerottolo
Per la Procura di Milano non ci sono al momento riscontri o elementi che facciano pensare a una persona che lo abbia aiutato nelle ore successive al delitto, ma i dubbi restano. L’indagine procede spedita e alla chiusura i pubblici ministeri potranno chiedere un processo con rito immediato – i cui termini di scadenza per la richiesta coincidono con i sei mesi di custodia cautelare in carcere – e contestare nuovamente l’aggravante della premeditazione esclusa per ora dalla giudice per le indagini preliminari Angela Minerva per il troppo breve lasso temporale che sarebbe intercorso fra la ricerca sul web di Impagnatiello ‘ceramica bruciata vasca’ la sera del delitto e il momento dell’omicidio che durante l’interrogatorio di convalida del fermo lui ha collocato alle 21 di sera. L’autopsia sul corpo di Giulia, prevista per venerdì, potrà dire qualcosa in più.