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Il principe Harry risponde trattenendo le lacrime all’ultima domanda del suo avvocato. E su Diana: “Mi sento fisicamente male se penso a quei pagamenti…”

"Sono inorridito dal volume di pagamenti fatti dal Mirror Group Newspaper a investigatori privati, in particolare mi sento fisicamente male di fronte a 8 di questi che riguardano mia madre, ho sempre sentito persone che si rivolgevano a lei come paranoica, ma non lo era", ha detto Harry in aula per il processo contro il MGN. Il verdetto tra due settimane

di Giorgia Scaturro

La prova di nervi con gli occhi del mondo appostati dietro la porta, chiusa, dell’Alta Corte di Londra è finita. Ora il giudice dovrà soppesare ogni parola che, sotto giuramento al banco dei testimoni, il principe Harry ha detto, o non è riuscito a ricordare, o era incongruente con la sua tesi accusatoria: il Mirror Group Newspapers (MGN) ha violato la sua privacy utilizzando mezzi inammissibili per pubblicare articoli denigratori che gli hanno arrecato ‘dolore e paranoia’.

Harry parla di cimici nel suo telefono per carpire conversazioni private con famigliari e amici, di dispositivi localizzatori nelle loro macchine – compresa quella della ex fidanzata Chelsy Davy in Sudafrica – e anche del ricorso ad investigatori privati per ottenere dettagli riservati e succosi da sbattere in prima pagina. Una pratica ben nota per chi leggeva i tabloid in Gran Bretagna tra il 1991 e il 2011, che ha già portato alla chiusura del giornale News of the World e che a distanza di 22 anni dallo scandalo sulle intercettazioni telefoniche ora torna al centro della cronaca, suscitando una certa tensione tra quei media britannici che ancora mungono il gossip reale per nutrire la curiosità mondiale.

Di certo a provare nervosismo è anche la famiglia reale, con Re Carlo che, causa viaggio ‘di lavoro’ non ha incontrato il figlio nella sua trasferta londinese, o William tirato in ballo dal fratello per aver già presumibilmente patteggiato con il colosso mediatico di Rupert Murdoch. Per Harry è la rivincita che aspettava da 38 anni di una vita in cui si è visto scagliare pubblicamente addosso un po’ di tutto. A partire dalle continue illazioni che fosse in realtà figlio di Diana e del suo amante James Hewitt. Un complotto per cacciarlo dalla famiglia reale? Si è chiesto Harry che a 18 anni e ormai orfano di madre ha subito con paranoia quegli articoli dolorosi e crudeli, come i titoli altrettanto irrispettosi tra cui quell’ ‘Horray Harry’s dumped’ (evviva Harry è stato mollato) a girare il coltello nella piaga all’indomani della rottura con la sua fidanzata Chelsy Davy, forzata proprio dagli assalti dei paparazzi.

Per Harry una delle prove inconfutabili delle ‘intercettazioni condotte su scala industriale da almeno tre giornali’ (Daily Mirror, Sunday Mirror e Sunday People) sono anche i dettagli riportati negli articoli sulla lite avuta al telefono proprio con Chelsy dopo una notte brava allo Spermint Rhino, uno strip club. Dettagli che difficilmente potevano emergere con metodi legali, sostiene Harry. “Sono inorridito dal volume di pagamenti fatti dal Mirror Group Newspaper a investigatori privati, in particolare mi sento fisicamente male di fronte a 8 di questi che riguardano mia madre, ho sempre sentito persone che si rivolgevano a lei come paranoica, ma non lo era”, ha detto Harry raccontando come il suo cellulare ricevesse ripetutamente chiamate di pochi secondi e notifiche sulla segreteria che poi svanivano, una chiara prova che il suo telefono era hackerato.

“Se perdessi sarebbe un’ingiustizia”, ha sostenuto davanti al giudice il duca del Sussex che nel suo ultimo giorno di testimonianza ha ribadito di “voler mettere fine agli abusi, alle intrusioni e all’odio contro di lui e sua moglie Meghan”. Contro il nipote della Regina Elisabetta II si è scagliato Andrew Green KC, l’avvocato di MGN che nel suo controinterrogatorio ha costruito la difesa sul fatto che le fonti di quei 33 articoli sotto accusa fossero comunicati stampa di Buckingham Palace, o fonti di palazzo o ancora soffiate di persone vicine al figlio di Re Carlo.

Il gruppo di giornali scandalistici ha già patteggiato oltre 600 accuse contro articoli basati su intercettazioni telefoniche ma il veemente avvocato britannico, tra i più temuti in corte, ha sostenuto che non c’è alcun elemento o prova che il principe Harry ne fosse vittima. “È a conoscenza di alcun indizio che provi l’entità delle intercettazioni contro di lei?“, ha chiesto Green al principe che ha fatto da apripista ad una causa intentata da altre tre celebrità britanniche. “No, è per questo che sono qui Lord”, ha risposto Harry guardando il giudice, con un atteggiamento che ormai dopo un giorno e mezzo e otto ore di testimonianza si è fatto più sicuro e ardito rispetto al primo giorno in corte. In aula il principe si è fatto ripetere le domande, ha preso tempo, tra piccoli sorsi d’acqua a sciogliere le sue risposte, filtrando le 25mila parole contenute nelle 49 pagine della sua testimonianza. E all’ultima domanda del suo avvocato David Sherborne, che gli ha chiesto come si è sentito ad aver passato un giorno e mezzo sul palco dei testimoni davanti ai media mondiali, il duca è rimasto in silenzio per qualche secondo e poi quasi a rimandare indietro le lacrime ha risposto: “È tanto da sostenere”. Il verdetto del giudice è atteso nelle prossime due settimane.

Il principe Harry risponde trattenendo le lacrime all’ultima domanda del suo avvocato. E su Diana: “Mi sento fisicamente male se penso a quei pagamenti…”
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