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Michele Merlo, lo sfogo dei genitori: “Rosà non è più casa nostra, abbiamo preferito andarcene. Il paese è diventato ostile”

In una intervista al Corriere del Veneto, Domenico Merlo, padre del cantante scomparso per leucemia fulminante a nemmeno 28 anni il 6 giugno 2021 dopo un tragico rimpallo tra ambulatori ospedalieri, ha spiegato l'intenzione di trasferirsi dal proprio comune di origine in provincia di Vicenza

di F. Q.

“Rosà non è più casa nostra”. Il papà di Michele Merlo è perentorio. In una intervista al Corriere del Veneto, Domenico Merlo, padre del cantante scomparso per leucemia fulminante a nemmeno 28 anni il 6 giugno 2021 dopo un tragico rimpallo tra ambulatori ospedalieri, ha spiegato l’intenzione di trasferirsi dal proprio comune di origine in provincia di Vicenza. “Non pensavamo di arrivare a sentire ostile il paese in cui abbiamo sempre vissuto. Abbiamo preferito andarcene”, ha spiegato Merlo ricordando che lo strappo con la propria comunità locale si sarebbe consumato quando la sua famiglia ha iniziato ad indagare sulle responsabilità del decesso improvviso del ragazzo intentando una causa contro il medico del paese, Vitaliano Pantaleo.

Secondo l’accusa, scrive Il Messaggero, “il medico avrebbe sottostimato i sintomi del cantante (alcuni ematomi sparsi sul corpo e una sensazione persistente di malessere fisico) giungendo a una diagnosi errata, che avrebbe ridotto a zero le sue chance di salvezza”. Merlo ha spiegato al Corriere del Veneto che anche la sindaca di Rosà, Elena Mezzalira ha detto loro di “vergognarsi”: “perché forse pensa che il nostro sia un accanimento contro il medico del paese. Ma non è affatto così”. “Ci sono le relazioni di quattro medici legali a testimoniare che nei confronti di nostro figlio c’è stata una negligenza, un errore – ha continuato il signor Domenico-; “non vogliamo la testa di nessuno e tanto meno cerchiamo vendetta. Non abbiamo nessuna intenzione di accanirci contro un medico, un professionista stimato da tutti e che peraltro è ancora il mio medico. Tutti, però, sappiamo che due anni fa bastava prescrivere un emocromo per individuare subito la patologia che ha ucciso Michele”.

A livello giudiziario le schermaglie tra accusa e difesa sono ancora in atto e la Procura sta ancora valutando se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione dell’inchiesta. Rimane comunque difficile capire come si possa essere sviluppato un tale sentimento di ostilità verso una famiglia, e soprattutto un ragazzo, come l’ex cantante del talent show Amici, che nulla hanno fatto di male se non subire questo ingiusto destino. Un altro episodio non proprio consueto era accaduto nel dicembre 2022: il saccheggio della tomba di Michele. Dalla lapide del ragazzo erano stati rubati un anello con sopra una “M”, una tazza e alcuni mazzi di fiori.

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