Dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Tunisina Kais Saied, Giorgia Meloni si è complimentata pubblicamente per “l’ottimo lavoro” fatto da Roma e Tunisi: “A maggio gli sbarchi in Italia sono sensibilmente diminuiti rispetto a marzo e aprile”. I dati del Viminale confermano il calo degli arrivi via mare: per la prima volta dall’inizio dell’anno non abbiamo superato i numeri del 2022, con il maggio appena trascorso che si è fermato a quota 8.155 arrivi a fronte degli 8.720 del maggio 2022, ma sopratutto degli oltre 13mila e 14 mila sbarchi registrati a marzo e aprile. Tutto merito della collaborazione di Tunisi nella lotta all’immigrazione irregolare, come ha dichiarato Meloni a Tunisi?

Dall’inizio dell’anno, 13 settimane su 23 hanno visto prevalere gli arrivi dalla Tunisia rispetto a quelli di persone partite dalle coste della Libia, con incrementi fino al 700 per cento rispetto a un anno fa e settimane, come l’ultima di aprile, che hanno registrato fino a 4.830 sbarchi (dati Viminale). L’inversione di tendenza, iniziata lo scorso autunno, fa i conti con la crescente instabilità economica della Tunisia che a febbraio si è vista sospendere il piano di salvataggio da 1,9 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale (Fmi), che chiede riforme tuttora respinte dal presidente Saied. Nel frattempo è cambiato l’atteggiamento nei confronti degli stranieri e lo scorso 21 febbraio il presidente Saied ha attaccato le “orde illegali di migranti dall’Africa subsahariana”, che secondo lui sono parte di un disegno criminale per “cambiare la composizione demografica del Paese” e trasformarlo in “un altro stato africano che non appartiene più al mondo arabo e islamico”. Molti tornano nei paesi d’origine, tanti rischiano la traversata del Mediterraneo verso l’Europa, con una media di 200 arrivi al giorno provenienti dalla Tunisia e in particolare dalla regione di Sfax.

Ma a maggio le cose cambiano, e gli sbarchi si riducono della metà rispetto ad aprile, con quelli dalla Tunisia che nella seconda e terza settimana del mese addirittura si azzerano. Nelle settimane scorse la Guardia nazionale tunisina ha riferito di operazioni che hanno portato all’arresto di trafficanti nel governatorato di Sfax e in quello di Sidi Bouzid. “Nella notte di sabato 27 maggio, un’altra pattuglia a sud di Sfax è riuscita a fermare un’auto privata con a bordo due persone ricercate dalle unità di sicurezza mentre stavano trasferendo tre migranti di nazionalità dell’Africa subsahariana. Altre unità a Lessouda, nel centro del Paese, sono riuscite a fermare un camion con a bordo tre tunisini, uno dei quali ricercato, mentre stavano trasferendo dieci persone di nazionalità africana subsahariana nella città di Sfax per poi salpare clandestinamente verso l’Italia”, è uno dei lanci recenti dell’Agenzia Nova, che imputa la riduzione degli arrivi alle “retate della polizia“. Ma anche “al maltempo e ai tre cicloni che si sono abbattuti sul Mediterraneo centrale”.

Che l’eccezionale maltempo di maggio e i tre cicloni subsahariani che si sono abbattuti sul Mediterraneo centrale non possano essere taciuti lo dimostrano gli arrivi dalla Libia, anch’essi ridotti sensibilmente, seppure non del tutto, nelle stesse settimane di maggio. Ma soprattutto il fatto che, una volta passato il maltempo, le partenze dalla Tunisia sono riprese. Prima di Meloni, anche la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson ha rivendicato ieri un effetto benefico sulla riduzione degli arrivi dalla Tunisia: “Dopo la mia missione a Tunisi (di fine aprile, ndr) abbiamo visto un calo significativo di partenze dalla Tunisia ma è incerto se questo sia duraturo”. L’ennesimo allarme per “ciclone tunisino” arriva il 19 maggio, con precipitazioni e temperature autunnali assolutamente estranee alle medie stagionali, le stesse che l’Emilia-Romagna ha pagato a caro prezzo. L’allerta meteo si rincorre per tutto il mese, che registrerà appena tre giorni di alta pressione. Ancora il 23 maggio, sulla riduzione degli arrivi dalla Tunisia il portavoce dell’Oim Flavio Di Giacomo dirà: “Da 15 giorni c’è un maltempo terribile e un mare bruttissimo anche a Sfax, con correnti che rendono di fatto impossibile per chiunque mettersi in mare. E’ com se fosse un mese invernale per quanto riguarda le condizioni del mare”. E poi: “Scopriremo se gli sbarchi si sono fermati solo a causa del maltempo quando torneranno giornate migliori”.

Verso la fine del mese, passato il maltempo, le partenze riprendono. E se dall’8 al 21 maggio il Viminale non registra arrivi dalla Tunisia, con il totale da inizio anno fermo a 24.797 sbarchi per quasi tre settimane, dal 22 al 28 maggio si registrano 238 arrivi che già una settimana dopo, dal 29 maggio al 4 giugno, arrivano a 1.520, tornando a superare quelli provenienti dalla Libia (1.482). Tutto già noto al momento della visita tunisina del premier Meloni, che però non cita la ripresa delle partenze. Al contrario, torna sul tema Di Giacomo dell’Oim, che alla luce dei nuovi dati dice al fattoquotidiano.it: “Mi pare che la situazione di maggio sia da ascrivere alle pessime condizioni del tempo, come ci hanno confermato nelle scorse settimane dalla Tunisia”. Chi monitora le condizioni del mare ha registrato “onde alte e vento forte, condizioni particolarmente ostili alle partenze”, spiega Luca Marelli della squadra di Sea-Watch, che tiene d’occhio il meteo per le ricognizioni aree della ong nel Mediterraneo. Ma non è tutto. “In Tunisia c’è ormai un clima da “caccia al nero”, come riferiscono molti migranti ma anche stranieri ancora nel Paese”, spiega Di Giacomo. “Ci viene riferito di persone assalite, rapinate, uccise, in una situazione di sostanziale impunità e tutto questo, almeno dallo scorso novembre, ha modificato la natura delle partenze verso l’Ue: se prima a partire erano soprattutto cittadini tunisini, negli ultimi mesi sono aumentate le partenze di cittadini della Costa d’Avorio e della Guinea, che prima consideravano la Tunisia un paese di destinazione, dove lavorare”, continua. “Ma vessazioni, stipendi non pagati e un’insicurezza crescente li spinge a rimpatriare o a partire per l’Europa, spesso con modalità inedite, costretti dai trafficanti tunisini su barchini di ferro saldati male, che si sfaldano tra le onde”. Conseguenze delle quali tenere conto quando, forse già nei prossimi giorni, Meloni tornerà in Tunisia in compagnia della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Ddl sulla violenza contro le donne, la conferenza stampa dopo il Cdm con i ministri Fitto, Lollobrigida, Nordio e Roccella: diretta tv

next
Articolo Successivo

Il welfare della Camorra: “Portava la spesa a casa dei bisognosi durante il lockdown”. Venti arresti della Dda in un’inchiesta a Caivano

next