“Se ho fatto bene il cane da guardia come giornalista? Ci ho provato al punto da sfidare la Commissione di vigilanza Rai”. Antonio Caprarica è stato 24 anni in viale Mazzini. Ospite de La Confessione di Peter Gomez in onda venerdì 9 giugno alle 23.45 su Nove, ha raccontato un episodio della sua lunga vita professionale nel servizio pubblico, prima come inviato dal Medioriente, da Mosca e da Londra e poi, dal 2006, come direttore dei giornali radio e di Rai Radio Uno. “Io la stimo tantissimo, ma chi l’aveva raccomandata per entrare? Perché sappiamo che in Rai, specie in quegli anni, funzionava così”, ha chiesto il conduttore. “Ha ragione, funzionava così, però le posso assicurare che in questo caso non è andata così. – ha risposto il giornalista, in libreria con Carlo III, il destino della corona (ed. Mondadori) – Io sono molto grato per questo a una persona che non c’è più e che si chiamava Biagio Agnes, l’allora direttore generale della Rai. Lui era l’inventore della teoria che si dovesse prendere un democristiano, un comunista, un socialista e uno bravo”. “Però era democristiano e comunista2, ha ribattuto il direttore de Ilfattoquotidiano.it. “Esatto. E lui mi assunse dicendo: ‘Con te ho fatto un affare perché ho preso un comunista e uno bravo'”, ha detto l’ex inviato e scrittore. “Lei ha detto: ‘Il giornalismo dovrebbe essere il cane da guardia della politica, ma spesso è il cane da salotto’. Tutto vero. Lei sente di aver fatto bene il cane da guardia?”, ha domandato ancora Gomez. “Ci ho provato fino al punto da sfidare anche apertamente, ad esempio, la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. – ha spiegato Caprarica, che ha lasciato viale Mazzini nel 2013 – Quando mi nominarono direttore dei giornali radio e di Rai Radio Uno (nel 2006, ndr), secondo la prassi, che io trovo veramente sovietica, fui convocato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza che voleva conoscere i miei programmi e darmi il suo assenso. Io, naturalmente, educatamente, li ringraziai dell’invito, aggiungendo però che trovavo tutta quanta la faccenda molto irrituale, perché di solito succede il contrario: sono i giornalisti che interrogano i politici. – ha proseguito – E la mia idea non è cambiata. Ci fu una vera e propria sollevazione senza differenze di schieramento: tre quarti dei commissari volevano impiccarmi al lampione più vicino”, ha concluso il commentatore delle vicende della Royal family. “Del resto, credo che solo in Italia esista una cosa che si chiama Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Lei ha lavorato tanto in Inghilterra, sa bene come funziona”, ha chiosato il conduttore.
‘La Confessione’ è prodotto da Loft Produzioni per Warner Bros. Discovery e sarà disponibile in live streaming e successivamente on demand sul nuovo servizio streaming discovery+ nonché su sito, app e smart tv di TvLoft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.