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La Francia convince i produttori alimentari ad abbassare i listini. La Gran Bretagna valuta un tetto. In Italia “si osserva”

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Settantacinque produttori alimentari francesi si sono impegnati ad abbassare i prezzi entro luglio. Lo ha detto il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire. Da settimane il governo francese si sta muovendo per sollecitare una moderazione nell’incremento dei prezzi che, come ha ripetutamente segnalato la Banca centrale europea, in molti casi supera quello dei costi per i produttori. In Francia, l’inflazione si attesta al 6%, due punti percentuali in meno rispetto all’Italia. I 75 produttori si sono impegnati a indicizzare i prezzi al calo dei costi all’ingrosso e la prossima settimana presenteranno al ministero l’elenco dei prodotti che verranno scontati a breve. “Tutti i prodotti i cui prezzi sui mercati all’ingrosso sono in calo devono scendere già a luglio”, ha detto il ministro Le Maire. “Penso alla pasta — il prezzo del grano sta scendendo (- 39% nell’ultimo anno, ndr)— penso agli oli, penso al pollame, penso ai cereali, penso ai mangimi e a tanti altri prodotti”, ha detto il ministro spiegando che le autorità effettueranno controlli per garantire che i produttori rispettino i loro impegni. Alcune rilevazioni hanno mostrato come i produttori alimentari stiano approfittando dell’impennata dell’inflazione per accrescere i propri margini di profitto. Le Maire ha quindi minacciato di rendere pubblici i nomi dei produttori che attuano questi comportamenti.

Quello francese è l’ultimo di una serie di interventi a cui lavorano i governi europei. La Gran Bretagna sta addirittura valutando l’imposizione di un tetto ai prezzi praticati dalla grande distribuzione mentre la Spagna ha annunciato l’intenzione di creare dei supermercati a proprietà pubblica che facciano concorrenza a quelli privati, verosimilmente con un’attenzione meno spasmodica al profitto della proprietà. In Italia, dove i prezzi nei supermercati salgono a vista d’occhio, l’inflazione è tra le più alte d’Europa e il potere di acquisto delle famiglie si sta rapidamente erodendo, il governo per ora si è limitato ad istituire “tavoli” per monitorare l’andamento di prezzi di beni come la pasta o i prodotti per l’infanzia senza però nessun intervento concreto. È stato però “riesumato” Mr Prezzi, il garante dei pubblico per la sorveglianza sui prezzi che “avvierà le procedure per una migliore collaborazione con le regioni per osservare i prezzi”.

“Siamo stufi dei monitoraggi! Servono i fatti!“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori commentando l’annuncio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di avviare le azioni necessarie per una più stretta collaborazione con le Regioni per il monitoraggio delle dinamiche di variazione nei territori. “E’ dal 2002, ossia da quando è arrivato l’euro, che si fanno osservatori, riunioni, moral suasion, commissioni. Tutte chiacchiere. Per monitorare i prezzi esiste già l’Istat, alla quale abbiamo chiesto, senza per ora risultati, di potenziare le sue rilevazioni, ampliando ad esempio quelle territoriali. Ma o dai monitoraggi si passa all’azione, o se chi specula lo può continuare a fare allegramente non si va da nessuna parte. La speculazione va definita come una pratica scorretta” conclude Dona.

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