Economia

Produzione industriale a picco in aprile: -7,2% anno su anno. Istat: “È la caduta più ampia dal luglio 2020 con la pandemia”

Crolla la produzione industriale ad aprile. L’Istat ha registrato per il quarto mese consecutivo una flessione dell’indice destagionalizzato, che scende dell’1,9% rispetto a marzo “con diminuzioni estese a tutti i principali comparti”. Il quadro è negativo anche su base trimestrale e su base annua, al netto degli effetti di calendario, si osserva una “caduta marcata” del 7,2%. La contrazione tendenziale è la più ampia da quasi tre anni. Per trovare un calo superiore, nei dati corretti per il calendario, bisogna tornare a luglio 2020, nella fase 2 dell’emergenza pandemica, quando la flessione era stata dell’8,3%. Come ha avvertito nei giorni scorsi Confindustria Vicenza, l’Italia finora ha visto una crescita superiore a quella dei maggiori partner Ue ma ora inizia a risentire dell’impatto della decisa frenata tedesca, visto che la Germania è tra i principali clienti di molti produttori di componentistica e macchinari del Nordest.

“Una Caporetto, sia per le nostre imprese che per il Paese. Altro che ripresa record”, commenta in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non solo prosegue l’andamento negativo della produzione industriale per il quarto mese consecutivo, nei dati destagionalizzati congiunturali, ma la caduta è un burrone. Manca una politica dei redditi e urge ridare capacità di spesa alle famiglie, salvaguardando il loro potere d’acquisto, altrimenti gli italiani non consumano e le imprese non producono”. “Ecco a voi il Governo del ‘non disturbare chi vuole fare”, scrive su Twitter il capogruppo Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. “Se a questo esecutivo togliamo il Pnrr (che non volevano e non sanno gestire) rimangono solo macerie”.

A livello settoriale è molto ampia la flessione per l’energia (-12,6% annuo) e i beni intermedi (-11%), i beni di consumo vedono una riduzione del 7,3% mentre è contenuto il calo per i beni strumentali (-0,2%). Per i beni intermedi la flessione è la più ampia da giugno 2020, quasi tre anni fa, quando era stata -16,3%. Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,1%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+0,6%). In particolare gli autoveicoli segnano +8,9%. Le flessioni più ampie si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-17,2%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-13,6%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,9% per entrambi i settori). Il confronto con marzo 2023 mostra diminuzioni congiunturali dei beni intermedi del 2,6%, dei beni strumentali del 2,1% e, in misura meno marcata, i beni di consumo (-0,4%) e l’energia (-0,3%).