Silvio Berlusconi è di nuovo ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. A quanto si apprende, l’ex premier è arrivato in tarda mattinata nella struttura di via Olgettina, accompagnato dalla scorta, e si trova in questo momento al reparto di degenza ordinaria Q1, dove resterà almeno per la notte tra venerdì e sabato. Si tratta dello stesso reparto in cui era rimasto per la maggior parte del tempo anche in occasione dell’ultimo ricovero, durato 45 giorni. “Il presidente Silvio Berlusconi è attualmente ricoverato per l’esecuzione di accertamenti programmati in relazione alla nota patologia ematologica”, precisa dopo qualche ora una nota firmata da Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi e primario di Anestesia al San Raffaele, e Fabio Ciceri, primario di Ematologia. La decisione di anticipare ad oggi i controlli, specificano i sanitari, “risponde a criteri clinici di normale pratica in medicina e non è correlata ad alcuna criticitàallarme“.

Il leader azzurro infatti era stato ricoverato in terapia intensiva il 5 aprile scorso a causa dell’aggravarsi di un’infezione polmonare insorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da almeno due anni. Dopo essere stato trasferito in degenza ordinaria domenica 16 aprile, e una volta risolta l’infezione respiratoria, i medici avevano proseguito le cure per la malattia ematologica e i controlli costanti dei parametri, fino alle dimissioni, arrivate il 19 maggio. Domani era in programma un vertice a villa San Martino, la sua storica residenza di Arcore, con lo stato maggiore di Forza Italia. “Forza Silvio!“, scrive in un post su Instagram il leader della Lega, ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini.

La leucemia mielomonocitica cronica è una tumore del sangue che compare in genere in età avanzata e può presentarsi in forme diverse, in cui prevalgono anemia e neutropenia (riduzione di un tipo di globulo bianco), oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. L’unica possibilità di cura è il trapianto di cellule staminali da un donatore sano. Un trattamento che però in molti casi, in considerazione dell’elevata età della maggioranza dei pazienti, è di difficile attuazione.

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