Mentre la Colombia esulta per il ritrovamento dei quattro bambini sopravvissuti a un incidente aereo e rimasti per quaranta giorni da soli nella selva amazzonica, i soccorritori temono per lo sorti di Wilson, un pastore belga di sei anni, protagonista delle ricerche di quella che è stata ribattezzata Operazione speranza. Il cane nei giorni scorsi si è perso nelle giungle di Caquetá e Guaviare. I militari ritengono che sia stato proprio l’eroico Wilson a trovare per primo i bambini, poiché hanno notato l’impronta dell’animale e quella di un bambino nella stessa area.
“Abbiamo un cane smarrito e le ultime tracce mostrano l’impronta di un cane e quella di un bambino. Pensiamo che sia con loro. Sarebbe spettacolare. Farebbe loro una buona compagnia”, aveva infatti affermato qualche giorno fa Fausto Avellaneda, comandante di Operazione Speranza. Quando i quattro fratelli sono stati trovati vivi nella giungla, però, di Wilson non c’era traccia. Una delle ipotesi sulla scomparsa del cane è che “a causa della complessità del terreno, dell’umidità e delle avverse condizioni meteorologiche, possa aver perso l’orientamento“.
Secondo l’esercito, Wilson è stato il cane che ha trovato una delle prove del passaggio dei piccoli, il biberon della neonata, Cristín, in mezzo alla vegetazione. Inizialmente i militari e gli indigeni impegnati nella cosiddetta “Operazione Speranza” hanno seguito le tracce dei bambini per un’area di circa 323 chilometri quadrati, pari all’intera provincia di Buenos Aires, spesso sotto una pioggia battente. La settimana passata, l’area era stata ridotta a 20 chilometri quadrati. Si stima che ciascuna unità, di otto o dieci persone, abbia perlustrato tra i 250 e i 300 chilometri, riferiscono i militari colombiani.