Fratelli d’Italia vuole vietare la trasformazione di capannoni industriali e garage in luoghi di culto, ma solo per le comunità islamiche. E l’iter della proposta di legge provoca uno scontro immediato con le opposizioni. La proposta, a prima firma del capogruppo Tommaso Foti, è stata presentata in Commissione Ambiente della Camera e le minoranze hanno sollevato critiche di merito ed anche di legittimità costituzionale, perché attraverso le norme urbanistiche si andrebbe a incidere sulla libertà di culto. Per questo il leader dei verdi Angelo Bonelli ha inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana.
In sostanza, la proposta vieta che si possano creare luoghi di culto in ambienti che non hanno una precisa destinazione d’uso, ma dal divieto sono escluse le religioni che hanno intese con lo Stato. Tradotto: sono esclusi gli oratori e le parrocchie, mentre rientrano nel divieto le moschee o luoghi di culto di altre religioni che non hanno accordi con lo Stato. “Nell’ultimo decennio si è registrata nel nostro Paese una diffusa proliferazione di associazioni di promozione sociale che, di fatto, però, hanno come funzione esclusiva o prevalente quella di gestire luoghi di culto per le comunità islamiche in immobili privi dei requisiti urbanistici, strutturali e di sicurezza, necessari per tale destinazione d’uso”, si legge nella relazione allegata alla proposta e pubblicata da Repubblica.
“In particolare, la prassi, ormai invalsa in tutto il territorio nazionale, è quella di presentare una richiesta all’amministrazione comunale per poter usufruire di locali pubblici da adibire a centro culturale. Una volta ottenuta la concessione, senza che sia necessario il cambio di destinazione d’uso e in assenza di modifiche ai piani urbanistici, i locali sono adibiti a luoghi di culto, conformemente alle norme vigenti – continua la relazione – Si tratta, in sostanza, di un escamotage che sfrutta le maglie di una normativa pensata per tutt’altro scopo. Insomma, la legge è diventata ben presto il grimaldello utilizzato dalle comunità islamiche per insediarsi nel territorio italiano creando moschee e madrasse nella completa indifferenza delle istituzioni, in spregio alla legge e nella sostanziale impossibilità a intervenire da parte delle Forze dell’ordine”.
Di fronte al testo è stata durissima la presa di posizione di Bonelli, che ha scritto una lettera indirizzata al presidente della Camera e parla di un provvedimento “chiaramente incostituzionale”: “Se la norma fosse approvata le confessioni religiose che si dovessero trovare ad esercitare il culto in ambienti non conformi con gli strumenti urbanistici andrebbero chiusi ma questo verrebbe applicato secondo FdI solo ai musulmani e a quelle confessioni non riconosciute”. In Italia, aggiunge Bonelli, “ci sono molte parrocchie e oratori che si trovano in ambienti non conformi con gli strumenti urbanistici che giustamente non vengono chiusi. Foti però vuole chiudere i luoghi dove si esercitano culti diversi. È una discriminazione inaccettabile. La destra al governo ha queste priorità: il decreto rave, il decreto contro i permessi umanitari, ora contro i luoghi di culto”.
In commissione hanno subito espresso contrarietà anche Marco Simiani del Pd, Daniela Ruffino (Azione-Iv) e Franco Manes (Minoranze linguistiche) che hanno chiesto un ciclo di audizioni per approfondire la vicenda. Prudente Forza Italia, con Piergiorgio Cortellazzo, che ha convenuto sulla necessità di un approfondimento e di audizioni, mentre il leghista Giampiero Zinzi ha suggerito di limitare le audiizoni ai soli sindaci, con Fdi contraria alle audizioni. Alla fine il presidente Mauro Rotelli ha convenuto sulla necessità che “si svolgano gli opportuni approfondimenti attraverso un ciclo di audizioni”.