Nell’elenco ci sono i 2mila euro che Carmelo Cosentino ha donato al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, uno dei big di Fratelli d’Italia che nella scorsa campagna elettorale ha incassato finanziamenti per un totale di 219.600 euro. A marzo Urso ha scelto Cosentino per la gestione commissariale di Piaggio Aerospace. Il meloniano Guido Castelli, marchigiano, il 3 gennaio scorso è stato nominato dalla premier commissario straordinario del governo per la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto del 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria). A finanziare la sua campagna elettorale sono state, tra le altre, alcune ditte attive nell’edilizia: spuntano un contributo di 3mila euro è infatti arrivato dalla “Imprenditori Costruttori Edili Srl” di Porto San Giorgio, mentre 5mila euro sono stati donati a Castelli dall’imprenditore edile Alfio Caccamo, amministratore di diverse società tra cui la Nefer Srl, cui sono affidate diverse opere di ricostruzione post sisma, comprese ricostruzioni affidati dall’ufficio speciale per la ricostruzione. L’Adnkronoss ha spulciato l’elenco dei finanziatori che hanno contribuito alla campagna elettorale di molti parlamentari in occasione delle ultime politiche, come si legge negli elenchi che ogni eletto è tenuto a depositare presso la Corte d’Appello del proprio collegio elettorale. Nell’elenco figurano società di scommesse, ditte di surgelati, costruttori edili, farmacisti, cliniche private, gioiellieri, fondazioni e molto altro ancora. Come sempre non è la cifra che conta, ma il possibile messaggio cifrato.

La statistica racconta del boom di donazioni per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, uno dei big di Fratelli d’Italia che nella scorsa campagna elettorale ha incassato finanziamenti per un totale di 219.600 euro. Tra i soggetti erogatori spuntano aziende – come Top Cal Srl (3mila euro), Management Financial Services (5mila euro), Nts Network Spa (20mila euro), Finred Srl (5mila), Delta Group Agroalimentare Srl (5mila euro), Finvit Srl (10mila euro), Tedeschi Srl (30mila euro) – e privati, tra cui Maurizio Maddaloni (3mila euro) e i 2mila euro del citato Carmelo Cosentino. L’ex presidente del Copasir ha però mandato indietro una cospicua fetta delle somme ricevute, ben 67.500 euro, di cui 30mila restituiti all’imprenditore Valerio Fiori, 10mila all’azienda di Nusco Sirpress Srl e mille euro a Ferruccio Ferranti – manager con antica militanza nel Fronte della Gioventù già nominato in epoca Fini in Consip, Invitalia, Poligrafici e Zezza, Fiera Milano – di recente nominato presidente di Mediocredito Centrale, l’istituto di credito controllato da Invitalia.

Tra i finanziatori “settoriali” ci sono i farmaceutici. Per l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, senatrice del Pd, c’è un bonifico di 3mila euro da parte di Federfarma, e altri due della stessa entità da parte di Federfarma Torino e Federfarma Lazio. La Federazione dei farmacisti ha finanziato anche un altro ex titolare della Salute, Roberto Speranza. Scorrendo gli elenchi visionati dall’Adnkronos si trova poi un versamento di 5mila euro al leghista Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica, da parte della Compagnia petrolifera piemontese Srl. Luca De Carlo di Fdi, presidente della Commissione Industria, Commercio e Agricoltura del Senato, ha incassato – tra i vari contributi elettorali – 10mila euro dalla Energia Circolare Rete Impresa, altrettanti dalla Tatò Paride Spa (azienda attiva nel settore dei supermercati), 7.500 euro sia da Gs Company Srl che da 88 Industry Srl.

Alla campagna elettorale di Pier Ferdinando Casini, eletto con il Pd al Senato, ha contribuito la modenese Fabbrica Italiana Radiatori con 10mila euro, a cui si aggiungono, tra gli altri, i versamenti dell’ex ministro ed ex presidente dell’Iri Piero Gnudi (2.900 euro) e dei soci fondatori del suo studio legale, Romano Conti e Matteo Tamburini (2.900 euro a testa), oltre a quelli della cooperativa di servizi L’Operosa Spa (2.900 euro). La ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, senatrice di Forza Italia, ha ricevuto un totale di 46.500 euro così suddivisi: 2mila euro da Girasole Holding Srl (società potentina che si occupa di compravendita di beni immobili); 30mila euro da Marco Rotelli (Gruppo San Donato); 3mila euro dalla ditta di surgelati Orogel Società Cooperativa Agricola; 10mila euro da Bel Spa; 1.500 euro da Appia Invest Srl.

Ilaria Cucchi dell’Alleanza Verdi Sinistra ha beneficiato, invece, di beni e servizi per un ammontare di 150.729 euro da parte di ‘Agendà’ presieduta da Jessica Shearer, in passato organizzatrice delle campagne elettorali di Barack Obama e Bernie Sanders nonché ceo di Social Changes, organizzazione americana che nell’ultima tornata ha finanziato diversi esponenti della sinistra italiana, tra cui il deputato di Avs Nicola Fratoianni e il senatore del Pd Antonio Misiani, quest’ultimo con 63.318 euro in beni e servizi. Il vicepresidente del Senato in quota Lega, Gianmarco Centinaio, ha potuto contare sul sostegno economico – tra i vari finanziatori – di Royalbet Srl, società che si occupa della gestione della concessione dell’esercizio di giochi pubblici (15mila euro), Alan Srl (5mila euro) e Immobiliare Condor Srl (3mila euro).

Il gioielliere Paolo Bulgari è tra i benefattori dell’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: all’esponente dem l’imprenditore ha versato 10mila euro (stessa cifra donata da Bulgari alla moglie di Franceschini, la deputata Michela Di Biase). A questa donazione si aggiungono in particolare i 10mila euro di Stefano Scavo, membro del cda della Pinacoteca di Bologna, i 5mila euro di Giuseppe Signoriello, commercialista e presidente del collegio dei revisori del Teatro Stabile di Roma e di quello di Napoli, e i 5mila euro dello studio legale Effeffe&Partners, che ha Fransceschini tra i fondatori.

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha beneficiato di un contributo di 25mila euro da parte della Seda Italia Spa, la più grande azienda dell’omonimo gruppo, leader nel packaging alimentare, con sede ad Arzano, in provincia di Napoli, che fa capo all’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. In passato la Seda ha aiutato le casse in sofferenza di Forza Italia: l’ultimo “assegno”, di 15 mila euro, è stato staccato il 28 aprile scorso, come riportato dalla lista dei contributi ricevuti dal partito nel 2023. Dalle carte emerge inoltre che il ministro degli Esteri ha ottenuto 20mila euro dalla Confederazione generale Agricoltura. L’azzurro non ha messo nulla di tasca propria come conferma il modello D con i “contributi del candidato”. Non risultano contributi ricevuti né spese sostenute dall’altro vicepremier, il leader della Lega Matteo Salvini.

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