“Abbiamo predisposto un qualcosa”. Simone Inzaghi sa che per affrontare il Manchester City serve una prestazione speciale. Sono loro i favoriti della finale di Champions League di questa sera, all’Atatürk Olimpic Stadium di Istanbul. L’Inter è arrivata a un passo dal sogno, ma ora affronta il mostro creato da Pep Guardiola: 12 partite e nessuna sconfitta in questa stagione europea, una Premier League vinta con 89 punti, una Fa Cup messa in bacheca. Un dominio in lungo e il largo, che trova il suo coronamento nella notte di Istanbul: il City ci arriva dopo la semifinale persa nei minuti di recupero un anno fa e la finale beffa contro il Chelsea nel 2021. Guardiola vuole vincere la Coppa che, parola di Kyle Walker, farebbe entrare i suoi Citizens tra le cinque migliori squadre della storia del calcio. Inzaghi e l’Inter sanno che questa è la montagna da scalare, che serve un’impresa con pochi precedenti nella storia della Champions.
Il tecnico ha riassunto bene il concetto nella sua ultima conferenza stampa pre-finale: “Il City è la squadra più forte al mondo”. Ma ha anche aggiunto: “Noi sappiamo il tipo di partita che dovremo fare”. Nel suo discorso, Inzaghi ha usato due parole in particolare: “concentrazione” ed “errori“. L’indizio è chiaro: l’Inter è pronto a una partita da battaglia, in cui per forza di cose accetterà di difendersi bassa per contenere l’esuberanza delle trame di Guardiola. Non c’è solo Haaland: “Sarà un osservato speciale, come tutti i loro giocatori”. E quindi tutti i nerazzurri dovranno applicarsi nella fase senza palla. È la strategia all’apparenza più banale, ma il grande rischio è che la qualità del City portata negli ultimi 25 metri possa diventare travolgente, anche contro un’Inter schiacciata. Affinché questa sorta di gabbia anti-Guardiola possa funzionare, per l’appunto, serviranno una grande “concentrazione” nel continuare a coprire gli spazi e zero “errori” nei meccanismi di squadra.
“Cercheremo di fare la partita che va fatta in finale”, ha aggiunto sempre Inzaghi. Che ha fatto capire un’altra cosa: è consapevole di come la sua Inter non possa passare 90 minuti nei suoi 25 metri. Dovrà cercare in qualche modo di respirare e ovviamente anche fare male al City. La parola “ripartenze” è stata una delle più inflazionate negli ultimi giorni, ma la “concentrazione” sarà fondamentale perché l’Inter dovrà provare, almeno in alcuni momenti, anche a costruire da dietro. È l’unico modo per non subire una pressione costante. Ma significa sfidare il pressing asfissiante del City. Ed ecco che di nuovo la percentuale di “errori” sarà cruciale per determinare quante volte i nerazzurri eviteranno di subire la fulminea riconquista del pallone degli uomini di Guardiola, quella che spesso porta poi alle occasioni più pericolose.
In queste dinamiche rientrano anche i pensieri di Inzaghi rispetto all’unico dubbio di formazione che lo attanaglia. Con Mkhitaryan ancora non al meglio, dieci undicesimi della formazione titolare appaiono certi: Onana tra i pali, Darmian, Acerbi e Bastoni in difesa, Dumfries e Dimarco terzini, Brozovic in regia con Barella e Calhanoglu in mezzo, Lautaro a guidare l’attacco. Chi ci sarà al suo fianco? Probabilmente Edin Dzeko, proprio per il discorso di cui sopra: Inzaghi vuole provare a giocare la palla, almeno all’inizio. E il bosniaco può essere cruciale nel suo ruolo da ibrido tra attaccante e regista. Il tecnico è consapevole che se l’Inter riuscirà a tenere la partita in bilico fino al 60esimo, Romelu Lukaku potrebbe diventare un’arma importante da giocare nell’ultima mezz’ora. Quando sì che le ripartenze potranno diventare determinanti. E chissà, magari anche oltre il 90esimo. Pochi dubbi anche da parte di Guardiola. Ederson; Walker, Stones, Dias, Akanji; Rodri; Bernardo Silva, De Bruyne, Gundogan, Grealish; Haaland: questa è la sua formazione tipo, con il solo Aké che potrebe strappare una maglia da titolare. Il modulo? Può passare dal 4-1-4-1 al 3-2-4-1. Poco cambia: il centrocampo sarà in mano al City, anche per una questione numerica. E da lì dovrà cominciare la sofferenza nerazzurra. Con tanta concentrazione e pochi errori.
Dove vederla in tv
Sabato 10 giugno, tutti gli occhi del mondo del calcio saranno rivolti all’Atatürk Olimpic Stadium di Istanbul, teatro della sfida Manchester City-Inter che assegnerà la Champions League 2022-2023. Il fischio d’inizio della finale è previsto alle ore 21: la gara sarà visibile in esclusiva in chiaro su Canale 5 e anche su Sky per gli abbonati (Sky Sport 1, Sky Sport Calcio e Sky Sport 4K). Il match sarà disponibile anche in diretta streaming su sportmediaset.it, su Mediaset Infinity, su Sky Go e su Now.