Apertura al governo e alle opposizioni. Con il primo, in virtù della “preoccupazione” legata ai ritardi, per collaborare sul Pnrr, con i secondi per costruire un fronte comune sui temi (pochi) che trovano più o meno tutti d’accordo. Elly Schlein sceglie la platea del Tg1 per annunciare che, “certamente sì”, c’è spazio per dialogare sulla spesa dei fondi europei post-pandemia: “A noi interessa l’attuazione di un’occasione storica e irripetibile per l’Italia, per far ripartire gli investimenti, per sostenere le imprese, per creare lavoro di qualità”, ha detto la segretaria del Pd sottolineando che “siamo preoccupati dai ritardi” e “quando sentiamo che il governo potrebbe togliere risorse di progetti del Pnrr che riguardano i nidi”. Con un’accusa netta a Giorgia Meloni: “Sarebbe un errore imperdonabile da parte del primo governo guidato da un presidente del consiglio donna”.

La numero uno dem prova anche le varie forze di minoranza, nel giorno del rientro dei fuoriusciti di Articolo Uno: “Stiamo lavorando anche con le altre forze dell’opposizione perché tutte hanno del proposte sul salario minimo. A noi interessa essere unitari perché questa è una battaglia che dice una cosa precisa: sotto una certa soglia non si può chiamare lavoro, perché è sfruttamento. C’è troppo lavoro povero in Italia e noi crediamo che ‘lavorò e ‘povero’ non debbano stare nella stessa frase”. Per costruire l’alternativa alle destre che “si coalizzano sempre e sono competitive”, la ricetta della segretaria è quella di “mettere avanti non le nostre differenze ma i terreni comuni”. Un appello rivolto “a tutti, al M5s, al Terzo polo e all’Alleanza Verdi Sinistra: mettiamo insieme sanità, attuazione del Pnrr e lavoro, le cose su cui possiamo fare battaglie comuni”.

La giornata della segretaria era iniziata proprio sul terreno del rimettere insieme i pezzi, con il rientro nel partito di Pierluigi Bersani, ma non solo. Schlein ha incontrato il governatore Vincenzo De Luca: i contrasti fra i due sono noti, dalla polemica sollevata dall’area della segretaria sui “cacicchi” nel partito campano, al terzo mandato in Regione che De Luca chiede ma che Schlein non intende concedere, fino alla mancata conferma del deputato Piero De Luca – figlio di Vincenzo – nel ruolo di vicecapogruppo alla Camera. La versione del Nazareno sul faccia a faccia parla di “un incontro voluto dalla segretaria del Pd”, di “un confronto cordiale e franco, a tutto campo, durato circa un’ora”. Anche dalle parti del presidente non c’è stato il tentativo di alzare i toni: i temi – è stato spiegato – sono stati la situazione politica in Campania, col Pd commissariato, l’autonomia differenziata e il Fondo di sviluppo e coesione. Nessun accenno sarebbe stato fatto alla questione della ricandidatura. D’altronde, non basterà un’ora per trovare la quadra di un rapporto difficile.

E lunedì si apre un’altra settimana ‘attiva’ per il Pd con la direzione in programma nel pomeriggio. Schlein arriva fresca del rientro di Bersani, Roberto Speranza e di tutta la truppa di Articolo Uno uscita dal Pd nel 2017, in polemica con le politiche dell’allora inquilino del Nazareno Matteo Renzi. Quasi a marcare le distanze dalla stagione del fu rottamatore, Schlein ha rassicurato la platea: “Dobbiamo ricostruire un’identità chiara su proposte fondamentali per il Paese, dobbiamo ricominciare a far la sinistra”. Il matrimonio dopo la separazione porterà qualche trambusto. L’ala riformista del Pd storce la bocca. Schlein lo sa. Ha garantito che la “costituente del Pd prosegue” perché “non ci deve essere nessuno che guarda dall’alto in basso chi si iscrive oggi per la prima volta”. In direzione la segretaria proverà a rilanciare, proponendo una mobilitazione “sulla difesa della salute pubblica, sul salario minimo, sull’attuazione del Pnrr, sull’emergenza climatica” sul diritto alla casa e sul “no” all’Autonomia differenziata. E – come annunciato al Tg1 – cerca il coinvolgimento anche delle altre forze di opposizione. Per adesso l’unità delle minoranze si ferma lì.

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