Silvio Berlusconi è morto e porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia. Sul piano politico non è per nulla vero che con la sua morte si chiude un’epoca: Berlusconi ha rivoluzionato la vita politica italiana e ha letteralmente costruito un nuovo modo di essere della destra che è diventato progressivamente egemone in Europa e per certi versi nel mondo.
Berlusconi non solo ha inventato la televisione commerciale in Italia, ma ha costruito su questa la televisione della destra populista, fondata sull’estremizzazione di alcuni elementi di cronaca che fanno paura, ripetendoli all’infinito e dilatandoli così tanto da produrre un nuovo immaginario e nuove immedesimazioni. La destra xenofoba non è stata inventata sul piano politico, ma è stata inventata dalle televisioni di Berlusconi, che hanno prodotto una narrazione tossica che ha costruito paure e aggregazioni su questa realtà virtuale che nasce dal reale. L’idea che “ci stiano invadendo”, che “non ce n’è per tutti e quindi prima i nostri”, e così via, non sono state inventate da Salvini o Meloni, ma solo il prodotto delle trasmissioni televisive. Non a caso, dopo i primi anni in cui è stata Forza Italia a beneficiare principalmente di questa narrazione tossica, poi sono state principalmente la Lega di Salvini e quindi la destra fascistoide di Meloni a raccogliere i maggiori consensi. Berlusconi non è un imprenditore che ha fatto politica, ma l’inventore di una nuova forma di fare politica a destra.
In secondo luogo Berlusconi ha innestato sul forte anticomunismo, che sempre ha caratterizzato la destra italiana, il pieno sdoganamento del fascismo. In Italia come in tutta Europa, dopo la seconda guerra mondiale, la destra era storicamente divisa tra una destra fascista e una destra non fascista o antifascista (pensiamo a De Gaulle e al gollismo). In Francia Cirac preferì perdere le elezioni presidenziali piuttosto che allearsi con la destra fascistoide di Le Pen padre. Berlusconi, al contrario, fu il primo in Europa a sdoganare i fascisti e ha aperto una tendenza che negli anni successivi si è progressivamente estesa in tutta Europa e in tutto il mondo. Quando nel 1993 Berlusconi appoggiò Fini, allora segretario del Msi come candidato a sindaco di Roma, e l’anno dopo riuscì a mettere insieme destra fascista e destra leghista con due coalizioni diverse al nord e al sud, Berlusconi tradusse sul piano elettorale e concreto una grande operazione di unificazione delle destre italiane, da quelle nazionaliste e fasciste a quelle secessioniste e xenofobe a quelle conservatrici a quelle liberali. Una grande operazione politica che ha cancellato ogni linea di confine tra destra liberale e fascismo e ha consegnato – col passare degli anni – ai fascisti l’egemonia sulla destra e sulla formazione dell’immaginario del bel paese. Il tutto giustificato dalla necessità di difendersi dal comunismo, presentato come il male assoluto e dilatato fino a comprendere ogni idea o comportamento che non coincidesse con l’antropologia impersonata da Berlusconi. Anticomunismo e sdoganamento del fascismo sono tra le scorie tossiche maggiori che Berlusconi lascia sul piano politico in questo mondo in guerra.
In terzo luogo i comportamenti personali di Berlusconi sono stati così intrecciati con la sua attività pubblica da diventare elementi di costume che hanno inciso sulla vita del paese. Pensiamo solo a come Berlusconi abbia regolarmente ignorato la separazione tra legalità e illegalità. Berlusconi ha sdoganato fino in fondo l’idea che la forza e il consenso e non il rispetto delle regole democratiche fossero il fondamento dell’agire politico.
Ma pensiamo a come gli stessi comportamenti privati abbiano rilanciato pesantemente un maschilismo che nessuno più rivendicava, fondato sull’idea che il corpo delle donne sia a disposizione di chi ha soldi per comprarlo. Berlusconi ha sdoganato anche l’idea della libertà senza limiti in cui l’uomo – in questo caso la determinazione di genere è voluta – non sia un animale sociale, ma uno che si deve fare largo nel mondo ponendo i suoi desideri come elemento assoluto da soddisfare.
Berlusconi è stato quindi il vero precursore della destra populista attuale – non solo in Italia e in Europa – e non solo sul piano politico, ma anche relativamente alla costruzione di un nuovo immaginario della destra. Berlusconi va quindi analizzato per la grande capacità politica di aver prodotto una nuova destra fascistoide – egemonica quanto pericolosa – in cui la manipolazione fondata sulla paura, il mancato rispetto delle regole e l’ego dilatato non è un fatto personale o episodico, ma la normalità in un contesto in cui il consenso è il punto legittimante. Oggi non si chiude una fase, perché la nuova realtà plasmata da Berlusconi è proprio quella in cui siamo immersi fino al collo.
Paolo Ferrero
Rifondazione Comunista – Direttore rivista Su la testa
Politica - 12 Giugno 2023
Con la morte di Berlusconi non si chiude un’epoca: questo era solo l’inizio
Silvio Berlusconi è morto e porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia. Sul piano politico non è per nulla vero che con la sua morte si chiude un’epoca: Berlusconi ha rivoluzionato la vita politica italiana e ha letteralmente costruito un nuovo modo di essere della destra che è diventato progressivamente egemone in Europa e per certi versi nel mondo.
Berlusconi non solo ha inventato la televisione commerciale in Italia, ma ha costruito su questa la televisione della destra populista, fondata sull’estremizzazione di alcuni elementi di cronaca che fanno paura, ripetendoli all’infinito e dilatandoli così tanto da produrre un nuovo immaginario e nuove immedesimazioni. La destra xenofoba non è stata inventata sul piano politico, ma è stata inventata dalle televisioni di Berlusconi, che hanno prodotto una narrazione tossica che ha costruito paure e aggregazioni su questa realtà virtuale che nasce dal reale. L’idea che “ci stiano invadendo”, che “non ce n’è per tutti e quindi prima i nostri”, e così via, non sono state inventate da Salvini o Meloni, ma solo il prodotto delle trasmissioni televisive. Non a caso, dopo i primi anni in cui è stata Forza Italia a beneficiare principalmente di questa narrazione tossica, poi sono state principalmente la Lega di Salvini e quindi la destra fascistoide di Meloni a raccogliere i maggiori consensi. Berlusconi non è un imprenditore che ha fatto politica, ma l’inventore di una nuova forma di fare politica a destra.
In secondo luogo Berlusconi ha innestato sul forte anticomunismo, che sempre ha caratterizzato la destra italiana, il pieno sdoganamento del fascismo. In Italia come in tutta Europa, dopo la seconda guerra mondiale, la destra era storicamente divisa tra una destra fascista e una destra non fascista o antifascista (pensiamo a De Gaulle e al gollismo). In Francia Cirac preferì perdere le elezioni presidenziali piuttosto che allearsi con la destra fascistoide di Le Pen padre. Berlusconi, al contrario, fu il primo in Europa a sdoganare i fascisti e ha aperto una tendenza che negli anni successivi si è progressivamente estesa in tutta Europa e in tutto il mondo. Quando nel 1993 Berlusconi appoggiò Fini, allora segretario del Msi come candidato a sindaco di Roma, e l’anno dopo riuscì a mettere insieme destra fascista e destra leghista con due coalizioni diverse al nord e al sud, Berlusconi tradusse sul piano elettorale e concreto una grande operazione di unificazione delle destre italiane, da quelle nazionaliste e fasciste a quelle secessioniste e xenofobe a quelle conservatrici a quelle liberali. Una grande operazione politica che ha cancellato ogni linea di confine tra destra liberale e fascismo e ha consegnato – col passare degli anni – ai fascisti l’egemonia sulla destra e sulla formazione dell’immaginario del bel paese. Il tutto giustificato dalla necessità di difendersi dal comunismo, presentato come il male assoluto e dilatato fino a comprendere ogni idea o comportamento che non coincidesse con l’antropologia impersonata da Berlusconi. Anticomunismo e sdoganamento del fascismo sono tra le scorie tossiche maggiori che Berlusconi lascia sul piano politico in questo mondo in guerra.
In terzo luogo i comportamenti personali di Berlusconi sono stati così intrecciati con la sua attività pubblica da diventare elementi di costume che hanno inciso sulla vita del paese. Pensiamo solo a come Berlusconi abbia regolarmente ignorato la separazione tra legalità e illegalità. Berlusconi ha sdoganato fino in fondo l’idea che la forza e il consenso e non il rispetto delle regole democratiche fossero il fondamento dell’agire politico.
Ma pensiamo a come gli stessi comportamenti privati abbiano rilanciato pesantemente un maschilismo che nessuno più rivendicava, fondato sull’idea che il corpo delle donne sia a disposizione di chi ha soldi per comprarlo. Berlusconi ha sdoganato anche l’idea della libertà senza limiti in cui l’uomo – in questo caso la determinazione di genere è voluta – non sia un animale sociale, ma uno che si deve fare largo nel mondo ponendo i suoi desideri come elemento assoluto da soddisfare.
Berlusconi è stato quindi il vero precursore della destra populista attuale – non solo in Italia e in Europa – e non solo sul piano politico, ma anche relativamente alla costruzione di un nuovo immaginario della destra. Berlusconi va quindi analizzato per la grande capacità politica di aver prodotto una nuova destra fascistoide – egemonica quanto pericolosa – in cui la manipolazione fondata sulla paura, il mancato rispetto delle regole e l’ego dilatato non è un fatto personale o episodico, ma la normalità in un contesto in cui il consenso è il punto legittimante. Oggi non si chiude una fase, perché la nuova realtà plasmata da Berlusconi è proprio quella in cui siamo immersi fino al collo.
B.COME BASTA!
di Marco Travaglio 14€ AcquistaArticolo Precedente
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Cronaca
Tremano i Campi Flegrei: nella notte scossa di 4.4. Oggi scuole chiuse. Ingv: “Niente elementi che fanno pensare a un’eruzione imminente”
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.