Istrionico, spavaldo, spaccone. Dotato di una capacità insuperabile di prendersi la scena. Scorretto e talvolta offensivo, lui stesso ammise in un’intervista a Gente di possedere un “carattere guascone” che lo portava ad avere “comportamenti non conformi alla forma”. E ne diede prova persino nei contesti internazionali più ingessati. Il linguaggio e l’atteggiamento pubblico di Silvio Berlusconi – morto oggi, 12 giugno, all’età di 86 anni – hanno contribuito in modo decisivo alla sua popolarità e al suo successo, e allo stesso tempo hanno trasformato per sempre la cultura e la comunicazione politica italiana. Dalla “discesa in campo” del ’94 in poi, decine di sue uscite pubbliche sono diventate nel bene e nel male pezzi di storia della televisione e della politica. Scene che ancora oggi sono oggetto di discussioni, espressione della spaccatura tra berlusconiani e non che per oltre 20 anni ha caratterizzato il nostro Paese. Hanno indignato e imbarazzato da una parte, divertito e alimentato consenso dall’altra. Dall’ormai famoso comizio in cui si scagliò contro i contestatori definendoli “poveri comunisti”, al “mister Obama, bello e abbronzato” usato per riferirsi all’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Fino all’incidente diplomatico con Angela Merkel, costretta ad attenderlo (piuttosto irritata) per una decina di minuti, mentre lui si mostrava impegnato in una telefonata. Ecco una raccolta
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