La presidenza svedese di turno dell’Unione europea ha comunicato che i ministri del Lavoro e degli Affari sociali dei paesi membri hanno raggiunto un accordo sulla proposta di direttiva finalizzata al miglioramento delle condizioni di 28 milioni di lavoratori appartenenti al settore della gig economy. La proposta si struttura su due pilastri principali: la determinazione del corretto status occupazionale dei lavoratori delle piattaforme digitali e l’implementazione di nuove norme dell’Ue inerenti all’uso dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro. Il via libera dei ministri apre ora la strada ai negoziati con il Parlamento e la Commissione Ue per l’intesa finale. Solo in Italia, secondo l’Inapp, quasi 600mila persone sono impiegate per le piattaforme digitali con modalità che hanno poco a che vedere con un rapporto di lavoro autonomo.

L’obiettivo della direttiva promossa dal Consiglio sarà quello di riclassificare la posizione di figure come rider, tassisti e lavoratori domestici come dipendenti a tutti gli effetti, sulla base di sette criteri di identificazione. Questi lavoratori sono infatti inquadrati come autonomi, ma di fatto devono attenersi alla maggior parte delle regole relative al lavoro subordinato. Una circostanza che, sottolineano i ministri, “indica che hanno effettivamente un rapporto di lavoro e dovrebbero quindi godere dei diritti del lavoro e della protezione sociale concessi ai lavoratori ai sensi del diritto nazionale e dell’Ue”. Secondo l’orientamento generale dei Ventisette, “si presumerà che i lavoratori siano dipendenti di una piattaforma digitale – e non lavoratori autonomi – se il loro rapporto con la piattaforma soddisfa almeno tre dei sette criteri stabiliti nella direttiva” che includono “limiti massimi sulla quantità di denaro che i lavoratori possono ricevere; restrizioni sulla loro capacità di rifiutare il lavoro; regole che ne disciplinano l’aspetto o il comportamento“. “Nei casi in cui si applica la presunzione legale – viene specificato -, spetterà alla piattaforma digitale dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro secondo la legislazione e la prassi nazionale”.

Per quanto invece riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale, il Consiglio ambisce a garantire e promuovere un’adeguata consapevolezza e informazione dei lavoratori in merito all’utilizzo di sistemi automatizzati di monitoraggio e di tipo decisionale. I ministri sottolineano inoltre l’importanza che “i lavoratori siano informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisionali“, e che gli algoritmi siano “monitorati da personale qualificato, che gode di una protezione speciale da trattamenti avversi”.

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