Cinema

Silvio Berlusconi al cinema, due Oscar vinti da produttore e i tanti titoli “dedicati” al Caimano

Dall’incredibile Mediterraneo di Salvatores che porta ai due produttori (Cecchi Gori e Berlusconi) e al distributore (Penta) il premio Oscar come miglior film straniero all'l’exploit dell’Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, coprodotto e distribuito dalla società di Berlusconi. Poi i tanti film che parlano di lui, dal morettiano "Il Caimano" a Il Divo

di Davide Turrini

Berlusconi cinematografaro, buona la prima (ma anche la seconda e la terza). Quando il cinema ancora contava, quando il cinema era ancora un affare (internazionale, addirittura), Silvio Berlusconi c’era. La storia di un produttore e distributore come Medusa Mediaset group (la dicitura ufficiale è aggiornata all’oggi, ma per decenni è stata Medusa, è una storia di incredibili successi commerciali e in alcuni momenti del cosiddetto cinema di qualità). È il 1986 quando Reteitalia, holding della divisione spettacolo e cinema controllata dal gruppo Fininvest, entra a far parte con il 49% dello storico marchio di distribuzione Medusa.

Ricordiamo che Medusa aveva 20 anni di vita alle spalle e successi commerciali in sala tra anni settanta e primi ottanta tra cui Rambo e Amadeus; mentre Reteitalia aveva già cominciato a produrre film. Tra l’86 e l’88 Medusa targata Fininvest amplia il bouquet: produzione, distribuzione ed esercizio, quindi l’inizio del brand delle multisale Medusa, ripetendo la storica verticalità della Hollywood d’oro. A riguardare le cronache dell’epoca tra l’86 e l’88, anno in cui Medusa si alleerà con Cecchi Gori group e nascerà Penta Film, la società di distribuzione berlusconiana porterà in sala una cinquantina di film (tra questi Tucker, Il frullo del passero, High spirits) e perfino sfiorerà uno dei kolossal impossibili di Francis Ford Coppola, il mai realizzato Gerico. L’alleanza con Cecchi Gori sarà però la chiave di volta per la controllata Fininvest.

Tra il 1989 e il 1994 Penta Film si dedica molto al rilancio di tante commedie italiane, ma non rinuncia all’esportazione di lusso come Il tè nel deserto di Bertolucci e all’incredibile Mediterraneo di Salvatores che porta ai due produttori (Cecchi Gori e Berlusconi) e al distributore (Penta) il premio Oscar come miglior film straniero. Dal ’95 Medusa tornerà in proprio allargando gli investimenti tra produzione, distribuzione ed esercizio, e da lì in avanti saranno solo successi stratosferici in termini di incassi.

Facciamo solo alcun esempi: lanciano l’esordio e i titoli successivi di Aldo, Giovanni e Giacomo da Tre uomini e una gamba in poi; soffiano a 01 Ficarra e Picone e da Il 7 e l’8 in avanti distribuiscono e producono tutti i film del duo siculo; distribuiscono Pinocchio di Benigni e L’ultimo bacio di Muccino; infine puntano sull’affare più remunerativo del nuovo secolo: Checco Zalone con cui Medusa, in parte da produttore, e sempre da distributore batte ogni record al box office. Infine nel 2013 l’exploit dell’Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, coprodotto e distribuito dalla società di Berlusconi. Insomma, se il Cav ha fatto tanto per produrre e distribuire cinema italiano in patria e nel mondo, il cinema non ha mai rappresentato il Cav stesso come munifico benefattore, anzi.

Tra il 1998 e per una ventina d’anni diventa il bersaglio preferito in titoli come Aprile (1998) di Nanni Moretti che bissa il Cav in scena dedicandogli spiritualmente e simbolicamente un intero film, Il Caimano (2006) dove B. viene perfino triplicato: lo interpretano Michele Placido, Elio de Capitani e lo stesso Moretti in un finale incendiario. Ma il Berlusconi bersaglio appare nell’insinuante Videocracy di Erik Gandini (2009), in Silvio Forever di Roberto Faenza e in Draquila della Guzzanti (2010). Nel 2018 è Sorrentino a coronare un po’ fuori tempo massimo il Cavaliere nel dittico Loro dove Toni Servillo si imparrucca e trucca per sembrare Silvio. Senza dimenticare che la serie 1992-1993-1994 è interamente dedicata all’ascesa di Berlusconi in politica, qui interpretato da Paolo Pierobon.

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