Silvio Berlusconi e la sua vicinanza a un luogo, anzi a diversi luoghi, che ne hanno accompagnato la vita e, gioco forza, il racconto mediatico. Arcore, per cominciare. Il cav è morto al San Raffaele oggi 12 giugno ed è lì, a Villa San Martino, che verrà trasportata la salma. Luogo simbolo del percorso del leader di Forza Italia, la dimora è stata realizzata dai marchesi Casati Stampa nel XVIII secolo, venne venduta nel 1973 da un’erede, Anna Maria Casati Stampa di Soncino, all’allora imprenditore Berlusconi, tramite l’ex pro-tutore della donna, l’avvocato Cesare Previti. A un prezzo vantaggiosissimo per Berlusconi.
L’edificio ha una tipica struttura a U aperta verso il paese. Un parco enorme, con il discusso mausoleo che il Cav ha fatto costruire dall’artista Pietro Cascella, intitolato ‘La volta celeste’. Difficilmente, però, potrà ospitare le spoglie del Cavaliere: la legge, al momento, lo vieta. Non si possono seppellire i morti fuori dal cimitero. Ma la legge consente di conservare in luoghi privati le ceneri. Per questo è possibile che la salma venga cremata.
Questa strada era già stata percorsa dal leader di Forza Italia per mamma Rosa e papà Luigi, che riposavano al cimitero Monumentale di Milano e sono poi stati cremati e trasferiti proprio dentro il mausoleo. Nessuna volontà, da parte di Berlusconi, di avere un monumento religioso o cattolico semmai di impronta faraonica, ispirato alla la tomba egizia di Tutankhamon, scoperta nel 1992. Al mausoleo si accede attraverso una scalinata e dall’imponente portone di ferro si va verso una tomba principale circondata da 36 loculi. Posti prenotati? Alcuni, per i suoi “fedelissimi”: Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani, Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Cesare Previti. E la famiglia, certo.
Articolo aggiornato il 14/6/2023 alle 12.11