Nessuna votazione per sette giorni. Né alla Camera né in Senato. Ministri e presidente del Consiglio che annullano tutti (o quasi) gli impegni. Il canale Youtube di Palazzo Madama che trasmette il primo e l’ultimo intervento nell’emiciclo di Silvio Berlusconi. Dopo la decisione senza precedenti del governo Meloni di concedere il lutto nazionale per il leader di Forza Italia, esecutivo ed eletti bloccano tutto per mostrare la propria contrizione. E addirittura decidono di rallentare i lavori parlamentari per omaggiare l’ex presidente del Consiglio, condannato in via definitiva per una frode fiscale da 7,3 milioni di dollari nel processo Mediaset e condannato in via non definitiva in altri processi, da cui si è salvato grazie a cavilli, prescrizioni e leggi ad personam. E come se non bastasse, sul canale ufficiale di Palazzo Madama sono stati trasmessi i suoi interventi, senza mai menzionare il fatto che Berlusconi dovette lasciare lo scranno nel 2013 per effetto della legge Severino e decadde da senatore (per poi tornarci a ottobre scorso). I due discorsi trasmessi dalla camera presieduta da Ignazio La Russa sono il primo e l’ultima della sua carriera politica: il primo del 16 maggio 1994 (48 minuti) e il secondo del 26 ottobre scorso (14 minuti) per la fiducia al governo Meloni.
In attesa del funerale di mercoledì 14 giugno, la politica si impegna in tutti i modi possibili (e oltre) per omaggiare il leader di Forza Italia. E lo fa rinviando le votazioni in Parlamento e sospendendo in gran fretta ogni altro impegno. La scomparsa del leader di Forza Italia ha comportato, già da ieri, l’immediata interruzione dei lavori parlamentari. All’improvviso svuotate anche le agende politiche: i partiti si sono affrettati a cambiare i propri piani e stare fermi (almeno per il momento) con la sola eccezione paradossale del Comitato di Forza Italia, che si è riunito per l’approvazione del bilancio e per confermare le nomine fatte da Berlusconi nei mesi scorsi. Ma non si sono fermati solo i partiti di destra e gli alleati degli azzurri. Anche il Pd ha bloccato tutto: subito dopo la notizia della morte del Cavaliere ha annullato la direzione nazionale che non è stata ancora riconvocata.
Del resto poco o niente sta succedendo (e succederà nei prossimi giorni) in Parlamento. A Montecitorio la ripresa in Aula è prevista per giovedì, mentre a Palazzo Madama fino a lunedì prossimo, a una settimana dalla morte del leader di Forza Italia, che era anche senatore, non si tornerà nell’emiciclo. Il nuovo calendario è stato messo a punto questa mattina dalle conferenze dei capigruppo dei due rami del Parlamento. In entrambi si terrà anche una commemorazione per Berlusconi. Al Senato, il presidente La Russa, ha annunciato che la cerimonia si terrà martedì 20 alle 15, mentre alla Camera non è stata al momento definita la data. A Montecitorio i lavori riprenderanno giovedì alle 12 con la discussione generale delle mozioni sulle pensioni minime, saltata ieri. Sono poi confermate venerdì alle 9.30 le interpellanze urgenti. Tutto il resto slitta alla prossima settimana. In Senato, dove giovedì riprenderà solo il lavoro di alcune commissioni, si tornerà in Aula lunedì 19 giugno, al mattino, con la discussione generale sul decreto sulla Pubblica amministrazione che scade il 21 giugno. Si va verso la fiducia, il cui voto potrebbe tenersi nella mattinata di martedì 20. Sempre martedì arriverà in Aula il decreto Lavoro, al termine della commemorazione per Berlusconi, mentre il voto dovrebbe tenersi l’indomani, mercoledì 21. Intanto è stata rinviata anche la relazione annuale del Garante per la protezione dei dati personali, prevista per domani alle ore 11.00 nell’Aula dei Gruppi parlamentari.
Il governo già da ieri aveva dimostrato di voler concedere il massimo degli onori all’ex premier. La scelta del lutto nazionale è stata una prima volta per un ex presidente del Consiglio e che non è stato presidente della Repubblica. Una scelta controversa e che ha già sollevato numerose critiche. Ma l’esecutivo non si è fermato lì e ha fermato ogni tipo di altro lavoro. Tanto per fare qualche esempio: Matteo Salvini ha annullato gli impegni istituzionali, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato d’urgenza in Italia, mentre, come riferisce Repubblica, Meloni ha annullato l’incontro con il primo ministro Mohammed Shia Al-Sudani a pochi minuti dal suo arrivo. Meloni ha programmato di partire per Milano già nel tardo pomeriggio di oggi e in serata, fanno sapere fonti vicine a lei, è attesa ad Arcore a Villa San Martino, dove ieri è stato portato il feretro del fondatore di Forza Italia.
Il lungo stop ha creato le polemiche dalle opposizioni. “Credo che fermare il Parlamento per una settimana sia una scelta infelice e sbagliata”, ha detto Riccardo Magi, di +Europa, mentre Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra, ha attaccato: “Per quanti giorni avrebbe dovuto fermarsi il Paese dopo le stragi in cui furono uccisi Falcone, Borsellino e le loro scorte?“. Dal Pd è l’europarlamentare Alessandra Moretti a sottolineare: “Mi sembra davvero esagerato il congelamento dei lavori parlamentari per 7 giorni. Credo che gli italiani facciano fatica a comprendere tale scelta”. Il tutto mentre l’ex presidente Pd Rosy Bindi criticava la scelta dell’esecutivo di concedere il lutto nazionale. Fonti parlamentari del Senato fanno però notare che la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha disposto l’interruzione delle attività parlamentari solo per la giornata di domani. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, ha fatto sapere tramite fonti interne, aveva proposto di sospendere i lavori d’Aula solo per domani, ma è stata la capigruppo a decidere di rinviare anche la seduta di giovedì dell’assemblea, mentre si riuniranno come previsto le commissioni.
Ma non solo si fermano (o rallentano) le Camere. C’è anche la gara dei politici (a destra) a chiedere di intitolare cose in onore di Berlusconi. Tra le prime c’è stata la ministra per le Riforme costituzionali Elisabetta Casellati. “Voglio dedicare la riforma costituzionale a cui sto lavorando come ministro a Silvio Berlusconi”, ha detto. “Perché è un progetto che s’ispira al lavoro che lui ha provato a portare avanti nella legislatura 2001-2006 e che prevedeva, tra le altre cose, il premierato”. Mentre la sezione del Carroccio in Toscana ha avanzato un’altra proposta: dare il nome di Silvio Berlusconi al contestatissimo ponte sullo stretto di Messina (ancora da realizzare). “Quando diventerà realtà, sarebbe bello se potesse essere a lui intitolato”.