Posti di lavoro a rischio e disservizi educativi sul territorio, con 4000 bambini rimasti fuori graduatoria: queste le motivazioni alla base del nuovo sciopero indetto per la giornata del 16 giugno dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL contro la decisione del Comune di Milano di chiudere cinque nidi e un centro per la prima infanzia. I nuovi bandi di gara non garantiscono i posti di lavoro delle educatrici coinvolte – spiega la FLC in una nota – vanificando la promessa fatta in fase di consultazione preliminare. Il personale educativo degli asili in appalto denuncia da tempo la disparità di trattamento economico e contrattuale rispetto ai colleghi che lavorano negli asili comunali, ma le criticità dei nuovi appalti non si limitano al fronte del lavoro. Con la chiusura delle strutture, il rapporto numerico bambini/educatori salirà, con un rischio per la sicurezza dei primi. Numerose famiglie saranno inoltre costrette a trasferire i figli presso altre sedi – continua la FLC – con un danno per la continuità educativa e la qualità dei servizi.

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