Donald Trump lo ha definito “un giorno triste per l’America”. Ciò che è certo è che il 13 giugno è stato un giorno storico per il Paese: per la prima volta un ex presidente si trova alla sbarra, in questo caso con l’accusa di aver trafugato documenti top secret e averli conservati in un luogo non sicuro, la sua dimora di Mar-a-Lago, anche dopo il termine del suo mandato alla Casa Bianca. Il tycoon è stato messo temporaneamente in custodia e ha potuto lasciare il tribunale di Miami solo dopo essersi dichiarato, come il suo assistente Walt Nauta, “non colpevole” per tutti i 37 capi d’imputazione che lo riguardano.

Il magnate, accompagnato dal figlio Eric mentre la moglie Melania è rimasta a New York, è tornato ad attaccare i giudici definendo la sua incriminazione “un malvagio e atroce abuso di potere” e definendo gli Usa “una nazione in declino, questa è una caccia alle streghe“. Fatto sta che Trump è alla sua seconda incriminazione, dopo quella per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, ma in questo caso si tratta di accuse ben più gravi: reati federali e non statali, come nel primo caso. Tra questi, infatti, ci sono anche la presunta violazione della legge contro lo spionaggio e ostruzione della giustizia, come Richard Nixon all’epoca del Watergate.

Perciò, l’ex presidente ha dovuto sbrigare tutte le pratiche di un comune cittadino: impronte digitali, compilazione di moduli, presentazione del tesserino del Social security number. Niente foto segnaletichemanette, tuttavia, per evitare strumentalizzazioni o spettacolarizzazioni. Trump non deve neanche sottoporsi al test del Dna, come invece accade a volte nei casi federali.

La sua comparizione in aula è stata preceduta da stringenti misure di sicurezza in tutta la città della Florida, blindata per i timori che i sostenitori del tycoon potessero scatenare una rivolta come quella del 6 gennaio 2021, quando a elezioni ormai perse i suoi supporter occuparono i corridoi e le sale di Capitol Hill, dato che a Miami è folta la compagine di sostenitori dell’ex presidente. Il secret service avrebbe voluto transennare tutta l’area attorno al tribunale e mettere la corte in lockdown, ma la polizia locale non ha dato il via libera. Non ce ne è stato bisogno, comunque, dato che il numero delle persone accorse in sostegno al tycoon sono state meno di quelle previste, anche se Trump ha dichiarato che si tratta di una censura operata dalla Cnn: “Quel finto di Tapper – ha detto riferendosi al conduttore della famosa rete americana – ha chiuso il suo programma per non mostrare l’entusiasmo nelle strade delle persone che urlavano ‘Trump’. La buona notizia è che è stato l’unico a farlo, forse questo è il motivo per cui lo share della Cnn è così basso”.

Come detto, tra gli imputati c’è anche il suo assistente Nauta, 40enne veterano della marina Usa che deve rispondere di sei capi d’imputazione tra i quali cospirazione e false dichiarazioni. In particolare, è accusato di aver spostato e nascosto scatoloni di documenti top secret su ordine di Trump dopo che il dipartimento di Giustizia ne aveva chiesto la restituzione. Il suo boss lo ha difeso su Truth definendolo “un coraggioso patriota”, ma per il procuratore speciale è colpevole di aver mentito quando è stato interrogato dall’Fbi nel maggio 2022.

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