Dallo champagne alla vodka, passando per l’immancabile birra e per liquori costosissimi: la festa dei giocatori del Manchester City per la vittoria della Champions League e di uno storico Treble non è stata esattamente uno spot del “bevi responsabilmente”. Nulla di scandaloso, specialmente se si considera l’esaltazione collettiva dopo una stagione semplicemente trionfale, seppure con qualche eccesso censurabile: in particolare quelli di Jack Grealish, il più scatenato tra i giocatori di Pep Guardiola.
L’ala inglese è stata anche criticato dai tabloid britannici per le sue condizioni al termine dei festeggiamenti, quando Walker è stato costretto più volte a sorreggerlo con le braccia. Infatti, in teoria Grealish già domani, venerdì 16 giugno, potrebbe essere in campo con l’Inghilterra contro Malta: sfida valida per le qualificazioni a Euro 2024.
Invece c’è un giocatore che ieri, mercoledì sera, era regolarmente in campo con la sua Olanda a soli tre giorni dai festeggiamenti del City. Si tratta del difensore centrale Nathan Aké, che non ha bevuto nemmeno un bicchiere insieme ai compagni di squadra: “Non bevo e non ho mai bevuto, voglio solo concentrarmi bene su quello che faccio in campo”, ha spiegato al Guardian. La motivazione quindi è puramente professionale: “Ho sempre voluto essere un calciatore e raggiungere il livello più alto possibile“. Infatti, lo stesso Akè in una vecchia intervista aveva confessato di aver alzato il gomito solamente una volta in vita sua: il giorno del matrimonio.