Il giorno della morte di Silvio Berlusconi, sulla mia pagina Facebook avevo scritto: ‘Sempre massimo rispetto per la morte di un uomo e per la sofferenza dei familiari. Però mi auguro che ora non cominci, dai soliti mass media, un ingiustificato e ipocrita processo di beatificazione…’

Il nostro è davvero un Paese strano, in questi giorni sembrava di essere in Corea del Nord e non in quella che, sulla carta, dovrebbe essere una democrazia. Si è assistito a una sudditanza e una reverenza a reti unificate verso un uomo che ha devastato moralmente e culturalmente l’Italia. Una tale attenzione non è stata riservata nemmeno a veri eroi come Falcone e Borsellino che hanno perso la vita per la Giustizia.

E’ stato imposto persino il lutto nazionale e le interruzioni dei lavori parlamentari. Lo Stato italiano si è fermato e ha riconosciuto il massimo valore a un uomo condannato per frode fiscale, che ha pagato la mafia, che ha fondato nel 1994 un partito politico con una persona, Marcello dell’Utri, finita in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. In questi giorni si è sorvolato persino sulla sua iscrizione a un’associazione a delinquere come la P2, colpevole di stragismo. Nessun accenno alle sue figuracce internazionali di cui si è parlato in tutto il mondo, sul non essersi opposto pragmaticamente al bombardamento della Libia di Gheddafi a cui pochi mesi prima aveva baciato le mani. Per non parlare del suo modo indegno di considerare e trattare le donne: come dimenticare le sue celebri menzogne? (Ruby nipote di Mubarak).

Con le sue tv (a cui la Rai si è conformata) si è intrapreso un perverso percorso di trasformazione antropologica, mirante a mutare i cittadini in consumatori non pensanti. Berlusconi ha rappresentato e sdoganato i peggiori mali del Paese a cui la sinistra non è stata in grado di proporre un’idea culturale alternativa. Da presidente del Consiglio si è servito dell’Italia (leggi ad personam) invece che servire il Paese, ha accusato e offeso magistrati che svolgevano semplicemente il loro lavoro e ha epurato giornalisti a lui scomodi. In questi giorni si è perso completamente il senso della misura e della consapevolezza della realtà e questo dovrebbe far riflettere.

E’ morto Berlusconi, e questo dispiace per chi gli ha voluto bene, ma il berlusconismo è ancora vivo ed è indispensabile liberarsi di questa sottocultura se vogliamo essere un Paese civile e pienamente democratico.

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