L’ex segretario di Benedetto XVI, l’arcivescovo Georg Gänswein, torna a casa sua in Germania senza alcun incarico. La conferma ufficiale è arrivata dalla Sala Stampa della Santa Sede, mentre sono ormai prossime le dimissioni dal Policlinico Gemelli di Roma di Papa Francesco, previste nella mattina del 16 giugno. Bergoglio è ricoverato dal 7 giugno, quando è stato operato all’addome per il rischio di un’occlusione intestinale. Il Papa, che non si vedeva dal giorno dell’intervento, in mattinata ha visitato il Reparto di oncologia pediatrica e neurochirurgia infantile al decimo piano del Gemelli, lì dove si trova anche l’appartamento riservato ai pontefici.

“In data 28 febbraio 2023 – ha precisato il Vaticano – S.E. Mons. Georg Gänswein ha concluso l’incarico di prefetto della Casa Pontificia. Il Santo Padre ha disposto che Mons. Gänswein dal 1 luglio rientri, per il momento, nella sua diocesi di origine”, ovvero Friburgo in Brisgovia. Francesco ha comunicato la sua decisione al presule nell’ultima delle tre udienze private che ha avuto con lui dopo la morte di Benedetto XVI, il 19 maggio 2023. Un faccia a faccia rapido e di congedo durante il quale Bergoglio ha ricordato all’arcivescovo che tutti i segretari dei pontefici hanno lasciato il Vaticano al termine del loro servizio e che lui non può di certo essere un’eccezione.

Gänswein, nelle altre due udienze private, il 9 gennaio e il 4 marzo, aveva chiesto con insistenza a Bergoglio di avere un incarico, principalmente in Vaticano, dicendosi certo di non avergli mai fornito prova di infedeltà: “Io spero che Papa Francesco si fidi di me, spero di non aver dato un motivo di non fidarsi più”. Tesi che l’ex segretario di Benedetto XVI ha sostenuto in questi mesi in tutte le numerose, e secondo molti in Vaticano inopportune, interviste televisive che ha rilasciato, arrivando perfino più volte ad attaccare il Papa: “Credo non pochi cardinali avrebbero vissuto bene se Angelo Scola fosse stato Pontefice”. E aveva spiegato che per un porporato vivere bene in un pontificato “significa sentirsi in sintonia non soltanto esteriormente, ma anche interiormente”.

Appena quattro ore dopo la morte del Papa emerito, il 31 dicembre 2022, era stato annunciato il libro di memorie di Gänswein, intitolato Nient’altro che la verità (Piemme), scritto a quattro mani con il vaticanista Saverio Gaeta. Nel volume, il presule attacca duramente Bergoglio, rivelando peraltro segreti d’ufficio ed eventi del conclave del 2005 che elesse Ratzinger. Monsignor Gänswein racconta anche il momento in cui, nel gennaio 2020, Francesco lo congedò di fatto dal ruolo di prefetto della Casa Pontificia, ordinandogli di occuparsi esclusivamente di Benedetto XVI: “Restai scioccato e senza parole. Quando provai a replicare, dicendogli che lo facevo ormai da sette anni, per cui potevo continuare ugualmente anche per il futuro, chiuse seccamente il discorso: ‘Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro’. In modo dimesso replicai: ‘Non riesco a capirlo, non lo accetto umanamente, ma mi adeguo soltanto in obbedienza’”.

Twitter: @FrancescoGrana

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