Dopo la condanna in Appello a 9 anni per violenza sessuale, l’imprenditore Antonio Di Fazio vede altri possibili anni di galera. Ieri la procura di Milano, per lui e altri otto, ha chiuso le indagini su due bancarotte e diverse truffe per due milioni a enti della sanità pubblica. Truffe consumate durante la prima ondata Covid, millantando forniture di Dpi. Nove gli indagati più la Ifai srl, per la cui bancarotta, secondo i pm, Di Fazio e compagni si sono portati via 2,4 milioni. Denaro traghettato su conti esteri e in parte usato da Di Fazio per la bella vita.

A questo vanno aggiunti 134mila euro distratti dalla Global farma aperta nell’aprile 2020 e utilizzata, con la Ifai, per incassare le commesse pubbliche da tre Asl (Torino, Chieti-Vasto-Lanciano e Romagna) e da Aria, la centrale acquisiti di Regione Lombardia. Di Fazio finisce sui giornali nel 2021 quando è arrestato per violenza sessuale. Il gip lo definirà “un moderno Barbablù”.

Emergono rapporti (penalmente non rilevanti) con emissari della cosca Mancuso. Tra gli indagati il socio della Global, Enrico Asiaghi. Le commesse con gli enti pubblici si riveleranno una totale truffa. Da Asl Torino, Di Fazio e compagni incassano 269mila euro. Oltre un milione dall’Asl di Chieti. Dall’Asl Romagna 325mila euro. Con Aria, per la fornitura di guanti al Policlinico di Milano, 360mila euro. A vario titolo la Procura contesta la truffa aggravata, la frode in pubbliche forniture e la bancarotta.

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