La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva l’assoluzione dell’ex sindaca di Torino e oggi parlamentare del M5s Chiara Appendino nel processo Ream, che ruotava intorno a un debito di 5 milioni di euro maturato dal Comune del capoluogo piemontese nei confronti dell’azienda della Fondazione Cassa di Risparmi di Torino che si occupa in particolare di fondi per la valorizzazione immobiliare. L’inchiesta si concentrava in particolare sugli anni 2016 e 2017. La Suprema Corte ha respinto il ricorso che era stato presentato dalla Procura generale di Torino contro l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’appello poco più di un anno fa con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Oltre ad Appendino sono stati assolti anche il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana e l’ex assessore al Bilancio Sergio Rolando. “Oggi è un bel giorno – commenta su facebook l’ex sindaca – perché la giustizia ha confermato definitivamente ciò che ho sempre sostenuto, difendendomi nel processo e non dal processo: non ci fu alcun falso su nessun bilancio. La mia condotta, da sindaca, rappresentante delle istituzioni e dei cittadini, è sempre stata corretta e cristallina”. Il processo, ricorda la deputata 5 Stelle, è iniziato su un esposto “di natura politica” e “ha dimostrato che le accuse erano totalmente infondate”. Della notizia si felicita l’ex presidente della Camera Roberto Fico (oggi presidente del comitato di garanzia del M5s): “La decisione della Cassazione spazza via ogni ombra e conferma che Chiara ha agito nell’interesse esclusivo della sua comunità svolgendo in modo inappuntabile il suo incarico di sindaca di Torino”.
Appendino è ancora imputata in un altro processo, per i fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017, quando una serie di ondate di panico tra la folla presente nella piazza per seguire su maxischermo la finale di Champions League provocarono oltre 1.500 feriti e in seguito la morte di due donne. La Procura generale ha chiesto una condanna a 18 mesi di carcere per Appendino: la sentenza è attesa per martedì prossimo. Secondo l’impostazione dell’accusa Appendino su richiesta della Juventus voleva a tutti i costi che la proiezione della finale contro il Real Madrid fosse in piazza San Carlo, ma non ci sarebbero state le condizioni per farlo. E l’ex sindaca come titolare della delega alla sicurezza avrebbe dovuto impedirlo.