Ambientalisti e investitori: sarebbero stati loro, e gli organi di informazione o i rivali, ad aver spinto Toyota a svelare i piani sull’elettrificazione del futuro, compresa l’opzione a idrogeno che include anche la Woven City sulla quale ha investito personalmente Akio Toyoda, pronipote del fondatore e da poco ex Ceo del colosso nipponico.
Nel 2022 il primo gruppo al mondo (10,5 milioni di veicoli commercializzati lo scorso anno, inclusi quelli commerciali e industriali a marchio Hino) aveva parlato di 35 miliardi di dollari per lo sviluppo e la produzione di 30 nuove auto elettriche entro la fine del decennio. Con una insolita conferenza stampa, il costruttore giapponese ha ufficializzato progetti e ambizioni, come quello di diventare “leader globale nel campo delle batterie”: quelle allo stato solido (nella foto) dovrebbero arrivare attorno al 2028 con una potenziale autonomia fino a 1.450 chilometri.
Prima ancora, dal 2026, Toyota conta di vendere veicoli equipaggiati con la nuova generazione di accumulatori al litio con percorrenze oltre i 950 km, seguite poi da quelli al litio-ferro-fosfato per i quali viene stimato un contenimento dei costi nell’ordine del 40%. Un ulteriore incremento dell’autonomia (+10%) verrebbe garantito dalle batterie bipolari agli ioni di litio. La strategia di Toyota è semplice: dimezzare i costi e raddoppiare le percorrenze.
Il gruppo del Sol Levante persegue gli obiettivi con la riduzione dei tempi di sviluppo (da 30 a 20 mesi), con l’adozione di tecnologie innovative (la “svolta” sugli accumulatori allo stato solido era stata annunciata addirittura prima dei giochi olimpici di Tokyo), con l’automazione della produzione, il ricorso al cosiddetto “giga-casting”, lo stampaggio di parti sempre più grandi inaugurato da Tesla con le presse della bresciana Idra, e l’affinamento dell’aerodinamica. Toyota punta a un coefficiente di resistenza aerodinamica inferiore a 20 entro i prossimi tre anni.
Il primo modello della nuova generazione di auto elettriche sarà a marchio Lexus: il suo debutto sul mercato è previsto per il 2026. Entro il 2030, poi, il colosso nipponico prevede di vendere 3,5 milioni di veicoli elettrici all’anno. Continua poi, incessantemente, il lavoro sull’idrogeno, sul quale non ha mai smesso di investire tanto che in occasione della 24h di Le Mans ha esibito anche un prototipo da competizione da 5,1 metri di lunghezza spinto da un sistema ibrido basato su un motore a combustione alimentato a idrogeno: la GR H2 Racing Concept.