di Andrea Vivalda
La Bce ha decretato un altro folle e suicida aumento dei tassi di interesse di 25 punti base, con promessa di ulteriore rialzo a luglio.
Folle e suicida in quanto l’inflazione europea è provocata dall’aumento dei costi (quelli dell’energia, a causa delle sanzioni contro la Russia) e non da un aumento (magari fosse) di domanda e produzione; infatti gli aumenti dei tassi posti in essere fino ad oggi – ben il 4% – non hanno ribassato l’inflazione di un solo centesimo. Lo capirebbe uno studente di terza Ragioneria.
Folle e suicida in quanto l’effetto dell’aumento dei tassi sino ad oggi si è già visto: qualche giorno fa Eurostat ha certificato che l’Europa è ufficialmente entrata in recessione. Lo avrebbe previsto anche uno studente di terza Ragioneria.
“Folle e suicida” lo dicono persino le borse europee: crollate appena uscita la notizia.
L’aumento dei tassi di interesse serve quando l’economia sta accelerando troppo velocemente per via di un aumento di domanda abnorme, puntando a diminuire la domanda e conseguentemente a comprimere la produzione. Ma come ci insegnerebbe quello studente di terza Ragioneria, non è il nostro caso: l’Europa, in uscita dalla pandemia, era già in una fase di riduzione estrema di domanda e produzione. Un aumento dei tassi in queste condizioni non fa altro che strozzare ulteriormente l’economia, le aziende, i lavoratori, le persone.
Il combinato disposto fra un’inflazione che non scende (perché dovuta all’aumento dei costi e non della domanda) e la compressione della produzione – che si traduce in recessione – dovuta all’aumento dei tassi stesso, si chiama “stagflazione”: la tempesta perfetta, i prezzi che aumentano e la produzione che si contrae (con conseguenti fallimenti di aziende e disoccupazione). L’inferno economico.
Viene allora da chiedersi: Christine Lagarde è una totale incapace che non comprende i concetti di base di macro-economia da terza Ragioneria? Oppure c’è qualcuno a cui lei è devota o legata, qualche potere o qualche paese, a cui conviene che l’Europa entri in una delle sue peggiori crisi del Dopoguerra?
Preferirei la prima, ma temo sia la seconda.
Intanto, chi pagherà le strategie di sistema volte al benessere dei grandi attori della finanza internazionale, tirando la cinghia fino all’ultimo buco, saranno come sempre i lavoratori, le famiglie, le nuove generazioni, che si immoleranno con una vita (la loro, l’unica a disposizione) più difficile, più faticosa, meno felice, di resistenza fino al 27.
Tanto in fin dei conti ormai sappiamo essere resilienti, sappiamo dire alla nostra bimba che ‘danza’ non potrà farla, ma che è importante perché così Blackrock crescerà ed il suo contributo sarà apprezzato. Ormai siamo conformati, sappiamo immolare le nostre vite per loro: ormai digeriamo tutto.