L’Italia si conferma uno dei paesi europei in cui l’inflazione è più alta e i prezzi faticano a ritrovare ritmi di crescita normali. Eurostat ha confermato la sua stima preliminare diffusa il primo giugno sull’incremento prezzi al consumo di maggio che, nella zona euro, sono saliti in media del 6,1%, in rallentamento rispetto al 7% registrato ad aprile e all’8,1% di un anno prima. In base ai criteri utilizzati dall’istituto di statistica europeo (armonizzati) l’inflazione in Italia si è attestata all’8%, in Germania al 6,3%, in Francia al 6%, in Spagna al 2,9%. L’Istat, a sua volta, ha confermato il dato preliminare e colloca l’inflazione italiana al 7,6% (una differenza di dati tra criteri nazionali e armonizzati europei è normale e riguarda tutti i paesi, ndr), in discesa rispetto all’8,2% di aprile. Il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici. Per quanto riguarda il “carrello della spesa”, sotto indice elaborato dall’Istat per monitorare i prezzi dei beni a più alta frequenza di acquisto, il carovita si attesta all’11,2%. Tra le grandi città quella dove l’inflazione morde di più è Genova con rincari medi del 9,5%. Seguono Messina e Firenze entrambe con un tasso all’8,4%. Gli aumenti più contenuti si registrano viceversa a Potenza (+5%), Catanzaro (+6%) e Reggio Emilia (6,1%).
Ieri la presidente della Banca centrale europea ha affermato “Non vediamo una spirale salari-prezzi”, anche se “la persistenza dell’inflazione di fondo è legato al costo per unità di lavoro”. Di recente la Bce ha sottolineato come la corsa dei prezzi sia in larga misura riconducibile al comportamento delle aziende che hanno alzato i prezzi in misura superiore ai costi accrescendo i loro profitti. La Bce ha comunque alzato di nuovo i tassi di interesse di 25 punti base, proprio nel tentativo di contrastare l’inflazione il cui valore ritenuto ottimale si colloca intorno al 2%. Un altro incremento del costo del denaro è data quasi per certi nella riunione del prossimo luglio.
“Bene, positivo il rallentamento” dell’inflazione “ma non c’è da essere entusiasti visto che siamo semplicemente tornati ai livelli di marzo, mentre in tutto il resto d’Europa, salvo l’Olanda, l’inflazione di maggio è più bassa di quella di marzo”: lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “I dati sull’inflazione di maggio dimostrano come qualcosa si muova sul fronte dei prezzi, e attestanoi primi risultati positivi delle attività avviate dal Mimit in collaborazione con mister Prezzi e commissione di allerta rapida per la verifica dell’andamento dei listini”. Lo afferma Assoutenti. “La conferma del dato sulla crescita dei prezzi a maggio, diffuso oggi dall’Istat, ribadisce che il percorso di rientro dell’inflazione è lento” quindi “l’urgenza è di salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie”. Così l’ufficio economico Confesercenti in una nota.