Nelle Isole Faroe danesi è ripresa la mattanza dei cetacei. E sono già più di 500 i delfini uccisi dal mese di maggio. Da quando, cioè, è ricominciata la stagione della tradizionale ‘grindadrap’ (o solo ‘grind’), nient’altro che una caccia vergognosa e sanguinosa a balene e delfini, i quali vengono circondati con le barche da pesca e condotti in una baia poco profonda, per poi essere massacrati dai pescatori con dei coltelli.
La caccia, che gode ancora di un ampio sostegno tra coloro che reputano i delfini una forma di nutrimento sana e primaria per la popolazione, viene però criticata dai difensori dei diritti degli animali, contrari a quella che definiscono essere “una pratica barbara”. L’ong ambientalista Sea Shepherd, che una volta nel 2014 è riuscita a interrompere una delle battute di caccia, critica anche il fatto che le navi della marina danese siano autorizzate a intervenire per impedire agli ambientalisti di interrompere la grind. Intanto, stando a un portavoce del governo faroese solo “ieri ci sono stati due grind, uno con 266 catture e l’altro con 180”, arrivando per ora a cinque cacce totali per questa stagione.