Pitti Immagine è infatti oggi un appuntamento sempre più imprescindibile per gli addetti ai lavori perché è qui che si ha davvero il polso delle tendenze di come ci vestiremo la prossima stagione. Quella che era una fiera di settore confinata negli spazi della Fortezza da Basso è riuscita ad avere un respiro più ampio
Quando all’improvviso, a metà pomeriggio del secondo giorno, nel momento clou, il cielo si è incupito e le nuvole hanno oscurato il sole scatenando una pioggia torrenziale oltre che il fuggi fuggi generale, per un attimo è sembrato davvero di essere finiti in una scena di quei film apocalittici hollywoodiani. D’altra parte, quando l’acqua ha iniziato a formare grandi pozzanghere che lambivano i lati della monumentale installazione ‘Make Believe: The Making of Planet of the Apes’ situata al centro del cortile della Fortezza, per un attimo è parso davvero che l’imponente Statua della Libertà stesse davvero affondando. Certo è stato parecchio divertente vedere il pubblico di modaioli e addetti ai lavori impeccabili nei loro completi sartoriali correre sotto la pioggia imprecando per i mocassini scamosciati che sarebbero stati poi da buttare. Scherzi a parte, non sono stati certo i capricci di questo meteo impazzito per colpa dei cambiamenti climatici a rovinare l’edizione 104 di Pitti Uomo, la principale rassegna internazionale di moda e lifestyle uomo.
Anzi, in questi giorni Firenze è stata il vero “place to be”, il centro del mondo della moda. Con il centro cittadino che pullulava non solo dei soliti turisti, ma anche di una schiera di vip, influencer e celebrity arrivati in città da ogni parte del globo per presenziare ai tanti appuntamenti collaterali a Pitti Immagine. Da Fendi, che ha scelto di far sfilare la sua collezione uomo aprendo le porte della sua nuova Factory, polo d’eccellenza della maison nel cuore della campagna toscana; alla sfilata a Piazzale Michelangelo “Runway Icons” di Luisaviaroma con British Vogue fino al fashion show di ERL, brand del giovane stilista californiano Eli Russell Linnetz, il guest designer di questa edizione di Pitti e al défilé della linea Resort 2024 di Luisa Beccaria. E poi l’inaugurazione della nuova boutique di Maison Valentino in Piazza della Signoria e la presentazione del restiling architettonico di Rinascente Firenze, il ritorno di Fratelli Rossetti dopo 10 anni con uno store nella centralissima via Roma; e l’opening di Gucci Vision, la nuova mostra allestita al secondo e terzo piano del Gucci Garden. Ancora, le sfilate degli studenti delle scuole di moda e la bellissima retrospettiva “The Alchemist of Fashion. Unveiling the Formula of Gianfranco Ferré” curata dagli alunni del Master in Art Management e Curating Art and Fashion dell’Istituto Marangoni di Firenze con i materiali dell’archivio di Wp Store. Insomma, una quantità di eventi tale da rubare per un attimo la scena a Milano.
Da segnalare poi Chulaap, giovane designer thailandese che vive in Sudafrica che a Pitti ha attirato l’attenzione anche di Suzy Menkes, firma di punta di British Vogue e autorità nel giornalismo di moda. Il suo “happy fashion” ha portato in Fortezza un mix di colori, forme e trame: con un approccio innovativo verso accostamenti e volumi, celebra l’Africa di oggi, incorporandone le tradizioni e unendo motivi come il batik o dettagli quali origami e ricami. Creatività è la parola chiave anche del progetto speciale Detroitissimi che ha segnato il debutto di un collettivo di sei brand basati a Detroit – Michigan, importante distretto manifatturiero di abbigliamento e accessori – in collaborazione con il College for Creative Studies (Ccs). Simpaticissimi i cappelli in tessuto tecnico di Boswell Millinery. Dulcis in fundo, menzione speciale per PittiPets, il padiglione dedicato agli accessori per gli amici a quattro zampe, vero colpo di genio: anche qui abbiamo visto la Menkes aggirarsi tra gli espositori con una sincera curiosità. Noi vi segnaliamo in particolare i progetti di Emma Firenze, che crea uno stile per i nostri compagni di vita in simbiosi con il nostro: guinzagli come cinture, abitini come cappotti sartoriali, maglioncini come pull artigianali, ciotole come stoviglie di design, giochi come oggetti di arredo. E poi Ugo, la prima linea di borse pensata appositamente per trasportare in comodità e comfort i bassotti. Non a caso ad ispirarla è stato proprio il bassotto Ugo.