Tornare subito in tv, magari in prima serata, sulle reti Rai e Mediaset. E pure sui social network di Forza Italia dove le loro facce erano sparite da febbraio, cioè da quando il patto tra Giorgia Meloni e Marina Berlusconi aveva portato alla svolta “governista” del partito. Dopo la morte di Silvio Berlusconi, però, il ritorno dei ronzulliani passa proprio per i media: il primo passo della capogruppo al Senato Licia Ronzulli e dei dirigenti a lei vicini sarà quello di chiedere di tornare a rappresentare il partito in televisione e sui social network. “La nostra voce non può essere solo quella di Tajani e Barelli”, dicono oggi i dirigenti azzurri vicini a Ronzulli anticipando le prossime mosse interne.

Dopo la morte di Berlusconi di lunedì scorso, in molti temevano una scissione nel partito con i dirigenti ronzulliani in libera uscita soprattutto verso la Lega. Ma così non sarà. La capogruppo e i suoi fedelissimi Alessandro Cattaneo e Giorgio Mulè, infatti, resteranno in Forza Italia e vogliono recuperare lo spazio perso in questi mesi: a Tajani chiedono un gesto di pacificazione (l’ipotesi è di nominare Ronzulli responsabile del partito al Nord) e di unità nel partito. In questo modo Marta Fascina, ex compagna di Berlusconi, e i suoi tre fedelissimi (Alessandro Sorte, Tullio Ferrante e Alessandro Benigni) verrebbero messi all’angolo.

Un primo scenario che si è già presentato venerdì nella conferenza stampa di Tajani e i capigruppo nella sede romana di Forza Italia. Il vicepremier, che farà il presidente reggente del partito, ha assicurato la volontà di andare avanti anche della famiglia Berlusconi (in particolare della figlia Marina) e ridimensionato il potere di Fascina: “Non ha bisogno di ruoli…”. Anche Ronzulli ha usato toni concilianti per ricucire la spaccatura di questi mesi: “Iniziamo un percorso di unità, lo dobbiamo a Berlusconi”.

Il primo passaggio sarà proprio quello di tornare in tv. Soprattutto nelle reti Rai e Mediaset dove negli ultimi mesi i ronzulliani sono stati sostituiti con figure governiste vicine a Tajani, a partire proprio dal capogruppo alla Camera Paolo Barelli. Cattaneo e Mulè, per fare solo due esempi, invece comparivano quasi unicamente nelle trasmissioni di La7. Anche sui social network del partito, le facce dei dirigenti vicini a Ronzulli sono sparite per lasciare spazio ai parlamentari governisti.

Ora serve un cambio, dicono i fedelissimi della capogruppo al Senato. In primo luogo perché nel partito c’è la convinzione che, dopo un’inevitabile risalita nei sondaggi sulla scia della morte di Berlusconi, arriveranno tempi duri per Forza Italia e quindi servono figure in grado di funzionare in tv e in rete nella campagna elettorale delle elezioni europee. “Non possiamo certo pensare che siano Tajani e Barelli a spingere il consenso”, dice un dirigente dietro la garanzia di anonimato. Inoltre, tornare in tv e sui social serve anche a uso interno: è il primo passo di Ronzulli per riacquisire un peso importante nel partito.

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