La7

Gomez a La7: “Governo vieta pubblicazione intercettazioni sui giornali ma non riuscirà mai a impedire la loro circolazione sul web”

Ospite de L’aria che tira (La7), il direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, Peter Gomez, commenta due nodi fondamentali del ddl Nordio, approvato ieri dal Consiglio dei ministri: l’abrogazione dell’abuso d’ufficio e la stretta sulle intercettazioni pubblicabili sui giornali.



Sul primo reato che il Guardiasigilli vorrebbe cancellare, Gomez osserva: “Molti sindaci sono contenti, ma cosa accadrà quando un sindaco affiderà un appalto sotto i 150mila euro a un cugino o a un amico? I cittadini si indigneranno. E cosa succederà quando l’Europa dirà che non si può abrogare l’abuso d’ufficio perché l’Italia ha firmato un trattato internazionale anticorruzione? Il governo nella relazione sulla riforma ha scritto che, se l’Europa interviene, proverà altre norme. Quindi, sa già che è finta questa storia. In più – spiega – per reati come quelli di concussione, corruzione e bancarotta, prima dell’arresto, entro 5 giorni un indagato viene avvisato in modo che possa leggere le carte e poi essere interrogato. Qua si aprono due questioni. Ci sarà una piccola parte di indagati che scapperà. Ma è più divertente quello che accadrà col resto. Un assessore fermato, se risponde bene alle domande, non viene arrestato. Quindi, parleranno tutti”.

Gomez si sofferma poi sui limiti alla pubblicazione delle intercettazioni sui giornali: “Potranno essere pubblicate solo le intercettazioni contenute nelle ordinanze di custodia cautelare. Ma tutte le altre non saranno segrete. Cosa accade se, come è già capitato, un giudice, per arrestare un assessore, omette intercettazioni che dimostrano la sua innocenza? E non solo: se lasci dei documenti che possono circolare liberamente ma non possono essere pubblicati – conclude – quegli stessi documenti saranno fonte di ricatto, perché, come insegna l’esperienza di Wikileaks, potranno impedire la pubblicazione sui giornali ma non riusciranno mai a impedire che finiscano su internet. È bene dire queste cose, perché magari questi signori devono anche studiare“.