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Massimo Recalcati sul drammatico incidente di Casal Palocco: “L’uso dei social genera una dipendenza tossica. Confondere il reale col virtuale in psicanalisi si chiama allucinazione”

"Molti giovani hanno preferito trasformare il confinamento in una condizione stabile di vita - spiega lo psicanalista sul Corriere della Sera - Vogliono sottrarsi al giudizio, sottrarsi alla vita ridotta a gara, sottrarsi alla vita vissuta come guadagno di popolarità, di visibilità. Dimensione nella quale rientrano potentemente i social, il numero dei follower, la visibilità, l’essere “seguiti”, come si dice oggi. Ecco, il confinamento è l’abolizione di questo mondo del giudizio e dell’ansia che ne consegue...

di F. Q.

Matteo Di Pietro, 20 anni, era alla guida del Suv Lamborghini che si è scontrato con la Smart su cui viaggiavano mamma e due bimbi lo scorso mercoledì 14 giugno. Lo scontro tra lo youtuber del gruppo The Borderline e l’auto su cui viaggiava la famiglia è costato la vita al piccolo di 5 anni. E sul drammatico incidente di Casal Palocco, Roma, interviene lo psicoterapeuta Massimo Recalcati, intervistato da Walter Veltroni sul Corriere della Sera. Ci interroga sul rapporto tra social e nuove generazioni: “Esiste uno strano paradosso, rispetto all’uso dei social. È ora di dire che l’iperconnessione in realtà è una forma di sconnessione, una forma di recisione del legame sociale. La parola social indica proprio la possibilità di potenziare il legame sociale. In alcuni giovani funziona davvero così e probabilmente la nostra generazione fa fatica a comprenderlo. Al tempo stesso non possiamo non vedere l’altra faccia della medaglia: questa connessione non è reale ma virtuale, e uno dei grandi rischi oggi è proprio confondere il reale col virtuale. In psicanalisi si chiama allucinazione. L’uso dei social genera una dipendenza tossica: l’assenza di pausa, l’assenza di intervallo. Ne è un esempio drammatico l’episodio Roma: un incidente stradale mortale provocato da una connessione continua di 50 ore dei ragazzi che l’hanno causato. Mentre si gioca nella realtà virtuale si toglie la vita ad un bambino nel mondo reale… In generale, la dipendenza dall’oggetto è una forma di autismo, quindi il contrario della socialità. Soprattutto l’iPhone è diventato un oggetto primario. Il simbolo dell’oggetto primario in psicoanalisi è il seno e l’attaccamento all’iPhone è un attaccamento regressivo primario. Se tu stacchi un ragazzo dal cellulare provochi una crisi di angoscia che può davvero evocare l’angoscia primaria, regressiva, del bambino svezzato dal seno”.

Cosa è cambiato, secondo Recalcati, dopo la pandemia? “(…) Ci aspettavamo, dopo la pandemia, con la riapertura delle scuole, che tutti ci tornassero felici e contenti. Pensavamo che la riapertura fosse un momento collettivo di ripartenza della vita. In parte lo è stato, però molti giovani hanno preferito trasformare il confinamento in una condizione stabile di vita. Vogliono sottrarsi al giudizio, sottrarsi alla vita ridotta a gara, sottrarsi alla vita vissuta come guadagno di popolarità, di visibilità. Dimensione nella quale rientrano potentemente i social, il numero dei follower, la visibilità, l’essere “seguiti”, come si dice oggi. Ecco, il confinamento è l’abolizione di questo mondo del giudizio e dell’ansia che ne consegue…“.

Jacques Lacan, psicoanalista, psichiatra e filosofo francese, spiega ancora Recalcati, diceva già nel ’68 che “il nostro tempo è il tempo della evaporazione del padre” e per questo “i nostri giovani hanno bisogno di padri, ma non più dei padri che hanno l’ultima parola sul senso del mondo, su ciò che è bene, ciò che è male, sul giusto, l’ingiusto, sul vero, sul falso. Non abbiamo più bisogno di questi padri. Sono invece necessari i padri testimoni, padri che sanno dare peso alla parola. Perché Mattarella gode di un grande, trasversale, consenso nel nostro Paese? Perché è una figura la cui parola ha ancora un peso. Questo padre di cui parlo, il padre testimone, non ha sesso, non è il padre naturale, non è il padre del sangue. Tutto l’ultimo cinema di Clint Eastwood evoca questa figura di padre al di là della stirpe, del sangue. Il padre è l’allenatore di pugilato, è l’anziano proprietario della Gran Torino… Forniscono senso, con i loro atti”.

Massimo Recalcati sul drammatico incidente di Casal Palocco: “L’uso dei social genera una dipendenza tossica. Confondere il reale col virtuale in psicanalisi si chiama allucinazione”
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