Violenti scontri nel pomeriggio di sabato 17 giugno a La Chapelle, in Savoia, a una cinquantina di km dal confine italiano. I manifestanti che hanno dato vita ad un corteo contro la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lione hanno incontrato sul loro percorso il blocco della gendarmerie. Sono scoppiati gli scontri.

Sul versante opposto della frontiera, in Italia, circa 300 No Tav questa mattina sono rimasti bloccati al confine sotto il sole per quasi 6 ore, senza spiegazioni particolari. “L’opera sta per saltare e i promotori sono in crisi totale. Per questo i Pro Tav si possono incontrare e organizzare le loro vetrine per promuovere un’opera climaticida – hanno commentato alcuni fermati – Invece, chi l’opera non la vuole, chi vive i territori messi a rischio ambientale viene fermato, impedendo la possibilità di manifestare il proprio dissenso. Al confine ci hanno ritirato i documenti, lasciandoci lì senza una spiegazione, mentre il corteo, fatto di migliaia di persone, è stato bloccato. Oggi è stato negato il diritto di manifestare”.

In mattinata gli attivisti sono stati anche raggiunti da un avvocato francese, un giornalista di le Monde e un deputato della France Insoumise per chiedere di velocizzare, ma la gendarmerie non ha concesso il passaggio. Sono state poi 50 le notifiche dei refuse d’entre con una durata limitata alla giornata di oggi o fino al 22 giugno. I No Tav valsusini non si sono accontentati di tornare indietro, ma hanno improvvisato una piccola contestazione al cantiere di San Didero. La polizia ha reagito con idranti e lacrimogeni.
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